(Rinnovabili.it) – Un’indagine conoscitiva volta a verificare la reale rispondenza ai requisiti di biodegradabilità, previsti dalla normativa comunitaria, di prodotti e imballaggi di plastica. Il via libera è arrivato dalla Commissione Ambiente della Camera che, oltre ad approfondire la questione, intende rivedere il testo del DL Ambiente emanato dal Governo, nei contenuti penalizzante verso tutti i prodotti biodegradabili. Secondo l’On. Agostino Ghiglia, Capogruppo Pdl in Commissione Ambiente della Camera, l’indagine potrebbe “evitare quelle norme anti-ambientali e monopoliste contenute nel DL già approvato”, che non terrebbe in giusta considerazione il progresso scientifico degli ultimi anni. L’uso di particolari additivi verdi, infatti, la cui efficacia è stata scientificamente dimostrata, renderebbe la plastica totalmente biodegradabile e riciclabile, una soluzione che per Ghiglia è complementare alla bioblastica di derivazione amidacea. “Sarà così possibile – ha detto Ghiglia – chiarire che la bioplastica va destinata esclusivamente al compostaggio e non rappresenta la migliore soluzione al problema dell’accumulo dei rifiuti plastici nell’ambiente che giustamente preoccupa tutte le associazioni ambientaliste”.
Considerare biodegradabili solo le plastiche conformi alla EN 13432, come previsto nel DL Ambiente, signifcherebbe penalizzare centinaia di aziende del mercato della plastica per imballaggi, mettere a rischio 8-10.000 posti di lavoro e rischiare di perdere quasi un miliardo di fatturato, che finirebbe all’estero con conseguenza negative sulle entrate fiscali.
Soddisfatta AssoEcoPlast, l’associazione che promuove l’utilizzo di materiali polimerici e additive Verdi eco-compatibili. “Finalmente un’occasione per fare chiarezza su questo argomento – ha commentato il Presidente di AssoEcoPlast, Claudio Maestrini – visto che l’indagine conoscitiva sulle plastiche biodegradabili permetterà di delineare un quadro preciso riguardo ai requisiti di biodegradabilità e compostabilità”.