(Rinnovabili.it) – La plastica ha colonizzato le nostre acque, un’invasione silenziosa ma continua al punto che da essere diventata il rifiuto numero uno nel marine litter del Mediterraneo. Qual è il problema? Che si fotodegrada: sotto la luce si sminuzza in pezzi sempre più piccoli fino alle dimensioni dei polimeri che la compongono, con la possibilità di rilasciare policlorobifenili (inquinanti persistenti dalla tossicità) e soprattutto di finire ingerita da parte degli animali planctofagi e entrare a far parte della catena alimentare.
Un nuovo processo biotecnologico, sviluppato dal progetto BIOCLEAN, potrebbe però attenuare gli effetti dell’inquinamento da plastica in ambienti sensibili. L’iniziativa di ricerca, finanziata dall’Unione Europea, è stata portata avanti da un consorzio di 19 membri – tra cui un partner dalla Cina e l’Associazione PlasticsEurope – a cui è spettato il compito di trovare una soluzione in grado di rivelarsi utile sia per i produttori che per chi si occupa oggi di riciclo e recupero. Per rendere ciò possibile, BIOCLEAN ha concentrato tutti i sui sforzi sulla biodegradazione ad opera di microorganismi (batteri e funghi) di una serie di polimeri: polietilene (PE), polipropilene (PP), polistirolo (PS) e cloruro di polivinile (PVC).
Il progetto ha avuto inizio con l’isolamento e la selezione di microorganismi prelevati da alcuni siti marini ad alta percentuale di rifiuti plastici (compreso il Mar Egeo e il Mare di Norvegia), discariche europee, impianti di compostaggio, impianti di trattamento anaerobici e siti industriali contaminati. I ricercatori hanno quindi valutato i batteri e i funghi evidenziando quelli più efficienti dal punto di vista della degradazione e detossificazione dei rifiuti plastici. In questo modo è stato prodotto un breve elenco di organismi aerobi e anaerobi “adeguati” al compito, combinati con dei pretrattamenti chimici e fisici e testati su un’ampia gamma di plastiche.
Il test finale, quello su ampia scala, è stato condotto nella struttura comunale di compostaggio di Chania, sull’isola greca di Creta: qui BIOCLEAN ha dimostrato di aver centrato l’obiettivo, migliorando di fatto la biodegradazione dei rifiuti plastici. I casi di prova aiuteranno la gestione sostenibile delle microplastiche negli impianti di compostaggio e di biogassificazione.