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Bialowieza: la Polonia ferma le motoseghe ma il danno è fatto

Bialowieza
Foto di Lukasz Mazurek.

 

(Rinnovabili.it) – A luglio dello scorso anno, la Corte di giustizia Europea è intervenuta per fermare il disboscamento di Bialowieza, l’ultima foresta vergine d’Europa. Cinque mesi più tardi il nuovo premier polacco, Mateusz Morawiecki, ha accettato la sentenza. Il primo ministro ha ordinato lo stop di quelle motoseghe che, a partire da maggio 2016, avevano intensificato i tagli e gli abbattimenti per “debellare un’infestazione parassitaria”. La causa sanitaria, fornita allora dal governo, non ha mai convinto gli ambientalisti, sicuri invece che si sia sempre trattato solo di un escamotage per sforare la quota di legno tagliato fissata per gli anni 2012-2021.

 

Alle proteste di Greenpeace e altri gruppi attivisti si è unita velocemente anche l’Unione Europea: il piano polacco di disboscamento rappresentava una aperta violazione delle direttive comunitarie Habitat e Uccelli. All’avvertimento comunitario, la Polonia ha risposto facendo spallucce, ignorando in prima battuta anche la sentenza della Corte europea (e la minaccia di una salata multa).

 

Il braccio di ferro tra Bruxelles e Varsavia si è risolto solo con l’assenso di Morawiecki. Non prima, però, di aver esasperato ancor più gli attuali contrasti fra Commissione Europea e governo nazionalista polacco, in aperto conflitto sulla questione della politica immigratoria e sulla riforma polacca del sistema giudiziario. Per la prima volta uno Stato dell’UE ha dichiarato pubblicamente di ignorare un ordine del tribunale comunitario.

Inoltre, dai primi tagli a oggi sono passati quasi due anni e per gli ambientalisti lo stop è arrivato troppo tardi per prevenire danni irreparabili a Bialowieza, anche se in un’area limitata. Le immagini satellitari in possesso della Corte Europea, mostrano chiaramente come la Polonia abbia continuato a tagliare alberi nella parte sud-orientale, violando, di fatto, le protezioni richieste da Natura 2000.

 

Perché è così importante Bialowieza? Perché la foresta, considerata oggi Patrimonio dell’Umanità, rappresenta uno dei nuclei di biodiversità più importanti d’Europa: al suo interno ospita la più grande popolazione di bisonte europeo e alcuni degli alberi più antichi del continente, offrendo riparo a oltre 20 mila specie animali. In ballo però, spiegano gli attivisti, non c’è solo la tutela ambientale, ma anche il futuro delle istituzioni europee e lo stato di diritto. Come riporta anche la Reuters, Varsavia spera di usare Bialowieza per ottenere un po’ di respiro dalla UE su altri nodi critici. “Siamo pronti a cedere su alcune questioni, tra cui Bialowieza, – ha commentato un funzionario governativo in condizioni di anonimato – ma ci aspettiamo che Bruxelles ponga fine alla sua spinta contro Varsavia su altre questioni, come la nostra tanto necessaria riforma dei tribunali”.

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