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Batterie al piombo: l’Ue discute sull’esenzione dalla direttiva

Batterie al piombo l’Ue discute sull’esenzione dalla direttiva-(Rinnovabili.it) – Durerà fino al 17 dicembre il periodo di consultazioni europee sull’esenzione delle batterie al piombo dai dettami della direttiva sui veicoli a fine vita (ELV). La Commissione ha cominciato da pochi giorni a sondare il terreno, e da qui al prossimo mese convocherà gli stakeholders per fare il punto della situazione. Saranno invitati istituti di ricerca, università, Ong ma soprattutto l’industria automobilistica e le associazioni e federazioni della filiera. Il rinnovo dell’esenzione per i produttori di batterie al piombo è nell’aria: all’interno dell’ambiente lo danno già come cosa fatta. Si chiedono solo per quanto durerà questo via libera, non se verrà concesso. Il problema infatti è che, momentaneamente, non ci sarebbe alterntativa: lo ha dichiarato pubblicamente Johann-Friederich Dempwolff, presidente di Eurobat, in occasione della 14esima European Lead Battery Conference, tenutasi ad Edimburgo dal 9 al 12 settembre. Secondo Eurobat, la transizione verso le batterie al litio è di là da venire. Costano ancora troppo e non sono convenienti: il mercato si amplierà con il tempo, ma per ora meglio mantenere lo status quo.

 

Così, se la direttiva europea mette al bando l’utilizzo di alcune sostanze nelle automobili (tra le quali il piombo) deve fare un’eccezione. Il documento è già stato rivisto sei volte: 2002, 2005, 2008, 2010, 2011 e 2013. La prossima è in corso d’opera, e sarà effettiva nel 2015. Alla Commissione servono dati tecnici e prove scientifiche per rinnovare o bocciare le esenzioni fino ad oggi concesse, che riguardano tre elementi: l’alluminio con un contenuto di piombo fino allo 0,4% del peso, la lega di rame con massimo il 4% e, naturalmente, il piombo o i suoi composti all’interno delle batterie.

 

Le migliori tecniche disponibili di trattamento del piombo prevedono il riutilizzo quasi totale delle emissioni di particolato di piombo prodotte: il gas viene infatti catturato e reimmesso nel processo di riciclo. Progressi dell’industria a parte, la Commissione non potrà ignorare – e di questo si fanno forti i produttori – che il miliardo di automobili presenti sul pianeta utilizza ancora per la quasi totalità questa tecnologia.

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