(Rinnovabili.it) – Cosa si può ottenere da un efficiente recupero dei rifiuti? Tutto o quasi, come dimostrano i ricercatori dell’Università di Arizona alle prese con un nuovo polimero ottenuto dagli scarti dello zolfo. Il team di scienziati ha sviluppato un innovativo processo chimico, semplice e veloce, per trasformare questo elemento allo stato liquido in una plastica utilizzabile per migliorare le performance delle batterie agli ioni di litio.
Per la precisione la scoperta del team potrebbe fornire un nuovo impiego allo zolfo di scarto ottenuto con i processi di raffinazione del petrolio e il gas naturale. Anche se ci sono alcuni usi industriali per questo sottoprodotto, l’apporto generato dalla raffinazione di combustibili fossili, supera di gran lunga l’attuale necessità per l’elemento. Alcune raffinerie di petrolio, spiegano gli universitari, stanno accumulando montagne gialle di rifiuti sulfurei. “C’è ne è così tanto che non sappiamo che farci”, spiegano gli scienziati.
La squadra ha soprannominato il loro processo “vulcanizzazione inversa” dal momento che richiede principalmente zolfo con una piccola quantità di un additivo (la Vulcanizzazione è il processo di addizione dello zolfo alla gomma per renderla più resistente). La nuova plastica ha proprietà elettrochimiche superiori a quelle dello zolfo elementare ora utilizzato in batterie Li-S, e i dispositivi di stoccaggio così realizzati hanno da subito mostrato un’alta capacità specifica (823 mAh/g a 100 cicli) e una maggiore capacità di accumulo. “Diverse aziende – commentano gli autori – hanno mostrato interesse sia per questo materiale sia per la batteria risultante”.