Temperature sempre più calde e popolazione in crescita tra i fattori che aumenterebbero la diffusione di batteri resistenti agli antibiotici
(Rinnovabili.it) – Diversi studi scientifici si stanno concentrando sulla possibile correlazione tra la diffusione di batteri resistenti agli antibiotici e cambiamento climatico: l’ultima ricerca in materia è stata presentata al 29esimo Congresso di Microbiologia Cinica e Malattie Infettive di Amsterdam.
Lo studio è stato svolto dall’Istituto di Controllo delle Infezioni e delle Malattie infettive del Centro medico universitario di Gottingen in collaborazione con l’Hannovaer Medical School, entrambe tedesche: i ricercatori hanno provato a mettere in relazione l’emergere di batteri resistenti agli antibiotici in 30 Paesi europei con i dati di variazione climatica registrati nel vecchio continente.
Ceppi batterici come lo Pseudomonas aeruginosa resistente ai carbapenemi (CRPA), Klebsiella pneumoniae (CRKP), Escherichia coli multiresistente (MREC) e Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA), registrati negli ultimi 6 anni dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) sono stati messe in relazione con dati climatici come la variazione nelle temperature stagionali: secondo quanto rilevato dal team di ricerca tedesco ci sarebbero associazioni significative tra CRKP, MREC e MRSA con le temperature medie delle stagioni calde in Europa, che avrebbe avuto un impatto sulla variazione della resistenza agli antibiotici superiore rispetto all’utilizzo delle droghe antimicrobiche ambulatoriali.
“Il nostro studio identifica nuove associazioni tra la resistenza agli antibiotici e i fattori di cambiamento climatico in Europa– spiegano gli autori della ricerca in una nota – Emergono in particolare due aspetti: i fattori climatici contribuiscono significativamente a prevedere lo sviluppo di resistenza agli antibiotici in diversi sistemi sanitari e di società; mentre, d’altra parte, gli stessi fattori potrebbero aumentare la diffusione della resistenza, in particolare ai carbapenemi”.
Lo studio tedesco non stabilisce legami causali tra cambiamento climatico e resistenza agli antibiotici, ma s’installa su un nuovo filone di ricerca che comincia ad attirare le attenzioni della comunità scientifica: già lo scorso anno, un team della Harvard Medical School aveva individuato una correlazione tra l’aumento della resistenza agli antibiotici di tre dei più comuni ceppi batterici con la crescita demografica e l’aumento delle temperature minime in specifiche comunità. I risultati del team americano arrivavano a ipotizzare che ad un aumento delle temperature minime medie di 10°C è associabile un incremento della resistenza agli antibiotici del 4,2%, 2,2% e 3,6% rispettivamente nei ceppi di Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus.
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