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In Basilicata scoperta un’area contaminata da amianto

Sacchi di amianto nello stabilimento ex Materit a Ferrandina
Sacchi di amianto nello stabilimento ex Materit a Ferrandina

 

Nel 2017 in Italia i morti per amianto sono aumentati: 6mila le vittime totali

(Rinnovabili.it) – L’amianto continua ad essere presente nel nostro territorio: l’ultima scoperta è relativa ad una zona della Basilicata, a Ferrandina, nel Comune della Val Basento, dove è stata documenta da TV2000 la presenza di questo materiale tossico. Le telecamere del TG2000 sono infatti entrate nello stabilimento ex Materit a Ferrandina dove dal 1973 al 1989 è stato lavorato e trattato l’amianto. Nei 77 mila metri quadri dello stabilimento sono stati ripresi centinaia di sacchi abbandonati contenente amianto. Dai contenitori, che dovrebbero essere sigillati, esce invece della polvere, una delle forme sotto cui l’amianto risulta più nocivo.

Da tempo l’Aiea, Associazione italiana esposti amianto, ha posto l’attenzione sulla mancata bonifica di questo ex sito industriale, evidenziando la presenza di manufatti in condizioni di abbandono e degrado e il possibile sotterramento di eventuali rifiuti nel sottosuolo dell’area ex Materit. Per la bonifica dell’ex stabilimento la Regione Basilicata avrebbe a disposizione ben 3,5 milioni di euro. I lavori non sono mai cominciati perché la gara d’appalto per l’affidamento dei lavori è stata invalidata dal Tar e confermata dal Consiglio di Stato. L’azienda vincitrice dell’appalto infatti non è stata ritenuta idonea a gestire i lavori.

 

“È la prima volta che qui entra una telecamera – ha detto il vicesindaco di Ferrandina, Maria Murante, entrando per la prima volta nello stabilimento – devo dire che sono impressionanti, non li avevo mai visti. Quei sacchi dovrebbero essere sicuri”. I dati del ‘Libro Bianco delle morti di amianto in Italia’ dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) appena presentati sono allarmanti: i decessi causati da amianto sono aumentati nel 2017, raggiungendo le 6.000 in totale, 3.600 per tumore polmonare, 1.800 per mesotelioma e 600 per asbestosi. Anche i dati relativi alle bonifiche mostrano un Paese ancora indietro nella tutela della salute delle persone: 40 milioni di tonnellate di amianto sono ancora da bonificare, mentre i siti contaminati sono circa 1 milione, tra edifici privati che pubblici, tra cui 2.400 scuole, 250 ospedali e 1.000 tra biblioteche ed edifici culturali. “La nostra idea – ha spiegato all’Ansa Ezio Bonanni, presidente dell’Ona e autore del rapporto  – è togliere l’iva sugli smaltimenti e introdurre un credito d’imposta per le bonifiche, sia per le imprese che per i privati”.

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