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Barriere coralline: mappare i fondali per studiare il climate change

Osprey Reef Lagoon

 

(Rinnovabili.it) – Si sta notevolmente intensificando il numero delle indagini sottomarine volte allo studio dei coralli, specchio delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Analizzando i coralli si riesce infatti a capire quali siano i risolti dell’acidificazione degli oceani sulle barriere coralline ed è per questo che dopo aver analizzato la Grande Barriera Corallina australiana il Catlin Seaview Survey ha deciso di procedere con la mappatura dei Caraibi e delle Bermuda. Scattando migliaia di immagini ad alta risoluzione verranno monitorate le condizioni del reef e analizzati i mutamenti dello stato di salute.

 

Le barriere coralline del pianeta sono paragonate spesso ai canarini che venivano impiegati nelle miniere di carbone per monitorare le presenza di ossigeno; in un modo molto simile i coralli sono lo specchio del cambiamento climatico e dell’impatto che l’acidificazione delle acque ha su questi ecosistemi. Negli ultimi 50 anni il climate change ha danneggiato le barriere coralline portando alla scomparsa della metà del patrimonio e capire in che modo i coralli reagiscano ai cambiamenti di temperatura, acidificazione etc può essere un aiuto per procedere con programmi di ripopolamento delle acque.

“I Caraibi sono stati scelti per lanciare la missione globale, perché sono in prima linea riguardo al rischio. Nel corso degli ultimi 50 anni, l’80 per cento dei coralli in molti posti nei Caraibi sono scomparsi a causa dello sviluppo costiero e dell’inquinamento. In più ora sono minacciate dalle specie invasive, dal cambiamento climatico e dall’acidificazione degli oceani – è la tempesta perfetta” ha dichiarato Richard Vevers, Project Director di Catlin Seaview Survey.

 

Il nuovo Catlin Seaview Survey inizierà nel Belize, per poi passare nelle Bermuda, Messico, Bahamas, e in altre zone dei Caraibi, utilizzando telecamere appositamente costruite. Le immagini panoramiche ad alta risoluzione saranno tutti con marcatura GPS e verranno utilizzate sia per l’analisi scientifica e per contribuire a mostrare al resto del mondo cosa sta succedendo sotto le acque in queste zone.

Secondo Catlin, circa 500 milioni di persone in tutto il mondo si affidano alle barriere coralline non solo per l’approvvigionamento di cibo, ma anche per una fonte di reddito (compreso il turismo), e con il declino delle barriere coralline, l’impatto su tali popolazioni potrebbero essere gravi.

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