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Barriere coralline: l’Indonesia ne protegge la fragilità

Insieme alla Banca Mondiale il Governo porta avanti COREMAP, progetto di salvaguardia delle barriere coralline per il bene dell'ecosistema e delle economie locali

Barriere coralline(Rinnovabili.it) – Conservare le preziose barriere coralline dell’Indonesia per dare alle economie locali e alla natura la sicurezza di un futuro prospero. Per questo motivo la Banca Mondiale ha deciso di avviare e finanziare il Coral Reef Rehabilitation and Management Project (COREMAP) che aiuterà le comunità della riviera danneggiate o in difficoltà a migliorare la protezione dei propri spazi. A tal proposito uno spazio particolare verrà riservato ai pescatori locali, in modo che imparino a monitorare le condizioni di salute della barriera corallina e riescano a migliorarne la conservazione.

 

La barriera corallina indonesiana conta circa 5,1 milioni di ettari e in totale al mondo circa il 65% delle barriere viene considerato in pericolo e minacciate dal sovrasfruttamento, oltre che dalla pesca incontrollata. A testimoniare le pratiche distruttive dei pescatori locali anche Nadjib Prasyad che gestisce l’Ufficio per la pesca di Wakatobi, nel sud-est di Sulawesi che ricorda come il danneggiamento di questi ecosistemi rappresenti un pericolo per il sostentamento dei villaggi perché se la barriera muore, moriranno anche i pesci. “Non abbiamo altro che non la nostra barriera corallina, anche per questo dobbiamo proteggerla, perché rappresenta l’unica fonte di sviluppo della nostra regione”.

Per tutte queste ragioni il Governo indonesiano ha deciso di schierarsi a favore della protezione dell’ambiente marino e da oltre 10 anni gode del sostegno della Banca Mondiale che tra gli altri progetti sta sostenendo anche il COREMAP, che ha a cuore il potenziamento delle comunità locali e dei governi al fine di gestire in maniera razionale lo sfruttamento delle barriere coralline e l’ecosistema circostante con l’obiettivo di ripristinare le popolazioni ittiche e di conseguenza le attività economiche locali.

Nella seconda fase del progetto 358 comunità in 7 distretti sono state selezionate a seconda del grado di necessità per le quali sono state istituite zone di protezione che vengono gestite dai pescatori in collaborazione con il governo centrale segnalando eventuali trasgressioni.

Nella terza e ultima fase, in svolgimento, COREMAP si focalizza sull’integrazione del progetto in programmi governativi e locali del villaggio in modo che la protezione della barriera diventi parte integrante della pianificazione e dello sviluppo delle comunità costiere al fine di migliorarne anche il benessere oltre all’economia.