Le sostanze presenti nei sistemi di refrigerazione e condizionamento crescono più della CO2 diventando cruciali nella lotta al riscaldamento globale
(Rinnovabili.it) – Quella degli idrofluorocarburi (HFC) è una questione di fondamentale importanza, eppure sempre esclusa dal dibattito sul riscaldamento globale. Ne è un esempio il vertice mondiale che riunirà delegati di tutti i Paesi aderenti al Protocollo di Montreal a Dubai a partire da questo fine settimana.
Preoccupa il fatto che, nonostante il lavoro per limitarli, gli idrofluorocarburi non stanno diminuendo: anzi, proprio all’opposto, nei prossimi anni vedranno nuovi picchi dovuti alla crescente domanda di condizionamento, refrigerazione e altri servizi. La conclusione è che già oggi la concentrazione in atmosfera degli HFC sta aumentando più rapidamente rispetto ai gas serra, e in futuro le cose sono destinate a peggiorare.
Un accordo globale in quel di Dubai potrebbe evitare l’emissione di idrofluorocarburi per l’equivalente di 100 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2050, risparmiando al pianeta un aumento della temperatura di mezzo grado entro la fine del secolo. Se il negoziato avrà successo, il 25% dell’obiettivo dei 2 °C sarebbe stato già messo in cassaforte.
Ma come sempre, le prospettive sono fosche. I Paesi più poveri e di quelli con climi più caldi sono preoccupati che sostituire gli HFC possa costargli dieci volte tanto, mentre i sostenitori di un accordo temono che un divieto non farebbe altro che aumentare il mercato nero. Già oggi i prodotti venduti in alcune regioni, ed etichettati come nuovi e più sicuri, sono in realtà più vecchi e dannosi per l’ambiente.
Gli Stati Uniti e altri Paesi industrializzati stanno cercando di indorare la pillola ai governi riluttanti, offrendo aiuti finanziari e nella ricerca di alternative. I delegati sperano di lasciare Dubai con almeno un accordo di massima per eliminare gli HFC, i cui dettagli possano essere elaborati in seguito.