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Un “bancomat” a energia solare distribuisce acqua in Pakistan

Un “bancomat” a energia solare distribuisce acqua in Pakistan

 

(Rinnovabili.it) – Nella provincia del Punjab, in Pakistan, la crisi idrica potrebbe aver trovato un’innovativa quanto originale soluzione: un “bancomat” ad energia solare che dispensa acqua pulita al posto dei contanti. La macchina è stata progettata per assomigliare e funzionare come un sportello ATM, ed essere istallata a livello degli impianti di depurazione dell’acqua. Attraverso l’inserimento di una card nominale, gli utenti possono prelevare, gratuitamente, fino a 30 litri di acqua potabile e sicura al giorno. Il dispositivo identifica il nominativo ed eroga l’acqua, controllata costantemente da un misuratore del flusso e da sensori che rendono subito visibile la quantità disponibile. Inoltre la qualità e la quantità di acqua erogata sono monitorate in tempo reale on-line, attraverso un server centrale.

Nella sua prima fase, il progetto istallerà questi bancomat solari in tre distretti del Punjab tra cui Bahawalpur, Rajanpur e Faisalabad, tutti i settori con seri problemi di contaminazione delle falde acquifere. L’idea dietro questa sorta di casette dell’acqua orientali era quella di aiutare il governo nelle operazioni di distribuzione della risorsa, ma in realtà il progetto ha dimensioni ed obiettivi ben più ampi. Nata dalla collaborazione tra la Punjab Saaf Pani Company e il centro di ricerca Innovations for Poverty Alleviation Lab, (IPAL) l’iniziativa ha predisposto un piano generale per una serie di soluzioni per l’acqua potabile, sicura e sostenibile destinate alla popolazione rurale, semi-rurale e peri-urbana della provincia, riprogettando il settore fornitura.

 

Secondo i dati forniti dalla stessa Punjab Saaf Pani Company, solo 13 persone su cento nelle zone rurali hanno accesso all’acqua, e la provincia, con 98 milioni di abitanti, è la più popolosa del Paese. “Stiamo progettando di installare le macchine a 20 impianti di filtrazione nella prima fase che andrà a beneficio di 17.500 famiglie“, ha affermato Jawad Abbasi, program manager presso IPAL, spiegando che il laboratorio sia ora alla ricerca di fondi da parte del Dipartimento britannico per lo Sviluppo internazionale al fine di mettere in produzione il prototipo ed installare un numero maggiore di macchine negli impianti di filtrazione.

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