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Avviato progetto transfrontaliero “permaqua”

Saranno effettuate analisi sulle acque confrontate con le informazioni già esistenti, in modo da reagire alle attuali variazioni negli ambienti con permafrost

La conferenza d’apertura del progetto triennale Interreg IV Italia-Austria “permaqua” si è tenuta oggi, venerdì 2 marzo 2012 presso Palazzo Widmann a Bolzano alla presenza dell’assessore Florian Mussner e dei responsabili dell’Ufficio Geologia e Prove Materiali, che è lead partner del progetto. Presentate le novità sulle ricerche sul permafrost in riguardo alla qualità e all’ecologia delle acque di alta montagna ed il libro in lingua tedesca “Permafrost in Südtirol”, realizzato nell’ambito del progetto PROALP.

Introducendo la conferenza l’assessore provinciale Florian Mussner ha posto in evidenza i pericoli connessi con il permafrost ha sottolineato l’importanza per la collettività dei progetti che se ne occupano. Come ha detto: “I cambiamenti nella natura devono essere seguiti con particolare attenzione, dal momento che riguardano la vita ed il futuro di tutti noi”
Il tema permafrost ed gli influssi su paesaggio, ecologia, infrastrutture e turismo sono, infatti, di grande attualità.
Il progetto “permaqua” come ha riferito Volkmar Mair, direttore dell’Ufficio geologia e prove materiali della Provincia è il terzo della serie che si occupa di permafrost.
Partito a novembre 2011 in seno al IV avviso del programma Interreg IV Italia-Austria (finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e da contributi pubblici nazionali), il progetto “permaqua” prevede l’effettuazione di analisi sulle acque ed il confronto di informazioni già esistenti, in modo da reagire alle attuali variazioni negli ambienti con permafrost.
I partner del progetto analizzeranno la qualità chimica e biologica di diversi corpi idrici alimentati da permafrost. Sarà redatto un rapporto sullo stato delle acque influenzate da permafrost e su quelle non contaminate. Saranno inoltre elaborate previsioni sull’influenza di processi superficiali, derivanti da variazioni del permafrost, sull’ecologia e sul turismo d’alta montagna. L’implementazione di strategie sarà esaminata in collaborazione con associazioni alpinistiche, autorità dei parchi nazionali e naturali e gestori di rifugi. L’esistente sistema di monitoraggio del permafrost, ancorato a livello internazionale, sarà aggiornato ed ampliato per garantire in futuro la registrazione delle variazioni del permafrost dovute ai cambiamenti climatici.
Al progetto triennale partecipano l’Ufficio Geologia e Prove Materiali (nelle vesti di Lead Partner) e il Laboratorio Biologico della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige, e l’Università di Innsbruck. Il budget totale ammonta 631.000 Euro.
Il progetto “permaqua” è stato preceduto dal progetto PROALP che si era incentrato sul rilevamento e monitoraggio, sia sul campo che con metodi spaziali, di fenomeni di permafrost, soprattutto rock glacier (in Alto Adige se ne contano 2.000, di cui il più lungo è di 2,5 chilometri).
A questo ha fatto seguito il progetto “PermaNET” con carotaggio dei rock glacier e la predisposizione di una carta relativa all’estensione del permafrost.
I primi risultati del progetto Interreg IVB Alpine Space PermaNET mostrano che acque provenienti dallo scioglimento di permafrost possono contenere alte concentrazioni di metalli pesanti. In certe zone queste concentrazioni sono nettamente superiori ai valori limite dell’acqua potabile. È scientificamente provato che questi metalli pesanti non hanno un’origine geologica. Non sono però ancora stati pubblicati dei risultati fondati sulla loro provenienza. Poco chiare sono inoltre le conseguenze su flora e fauna di ambienti idrici montani.
La presenza di permafrost nelle Alpi sopra i 2500 m d’altitudine è maggiore di quanto spesso assunto. In Alto Adige le aree di permafrost hanno un’estensione di ca. 440 km2 (6% dell’area totale), in Austria di ca. 2000 km2. Il permafrost, a causa della propria temperatura prossima a 0°C, è sensibile agli innalzamenti della temperatura. Modelli climatici prevedono per le Alpi fino al 2100 un riscaldamento di 4°C, si attende dunque un significativo scioglimento del permafrost e come conseguenza un aumento dell’instabilità dei versanti e quindi una maggiore attività di frane e inondazioni, nonché delle variazioni del regime idrologico con conseguentemente delle ripercussioni sull’ecologia degli ambienti alpini di alta montagna.