Il governo di Malé ha già istituito un fondo per acquistare terreni all’estero dove trasferire i 350mila maldiviani in caso di innalzamento del mare
(Rinnovabili.it) – Il presidente di quello che potrebbe essere il primo paese al mondo sconfitto dai cambiamenti climatici ha lanciato il suo ultimo allarme: se il livello del mare dovesse continuare a crescere gli abitanti delle Maldive potrebbero presto essere costretti ad emigrare in massa in Australia e cercare asilo nei panni di rifugiati climatici. Ma per combattere il destino di profughi climatici, Mohamed Nasheed ce la sta mettendo tutta. Da sempre in prima linea nella lotta al Climate Change, il politico e scienziato maldiviano si è contraddistinto come un uomo d’azione, pronto ad accettare la sfida soprattutto per il suo paese, tra i primi territori sotto scacco del riscaldamento globale.
E se il mondo non presta attenzione alla fragile situazione di questa nazione insulare allora è il caso di forzare un po’ i riflettori mondiali, magari con una provocazione intelligente, come quella di avvertire Australia, Sri Lanka e India di essere le tre possibili destinazioni individuate per i propri rifugiati climatici. “E’ sempre più difficile mantenere le isole nel loro stato naturale”, ha dichiarato Nasheed al Sydney Morning Herald. “Se le nazioni non faranno del bene a loro stesse, in realtà saranno costrette a farlo per tutti gli altri, semplicemente nel loro interesse. E’ necessario che gli australiani e ogni altro Paese sviluppato capiscano che questa è una situazione diversa da tutte le altre”. Le Maldive hanno già iniziato a prepararsi per quello che è ora sembrerebbe un destino inevitabile: il paese ha istituito un fondo sovrano, finanziato con i proventi del suo settore turistico, da utilizzare per comprare terreni all’estero e sovvenzionare il trasferimento dei suoi 350.000 abitanti.