I danni economici provocati dal futuro aumento del livello del mare
(Rinnovabili.it) – L’aumento del livello del mare, causato dal riscaldamento globale, ha un costo che il pianeta Terra non può permettersi. Se l’azione mondiale non riuscirà a rispettare gli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi, allagamenti e inondazioni provocheranno danni economici per oltre 14mila miliardi l’anno entro la fine del secolo. È un quadro buio quello dipinto dal Centro nazionale oceanografico del Regno Unito (NOC). L’istituto ha pubblicato in questi giorni su Environmental Research Letters, i risultati del suo ultimo studio climatico senza far mistero delle difficili sfide che aspettano il mondo. “Abbiamo stimato un aumento mediano del livello del mare a livello globale di 52 cm e 63 cm rispettivamente con una crescita della temperatura di 1,5 °C e 2,0 °C entro il 2100”, si legge nell’incipit dell’articolo. In mancanza di nuovi piani di adattamento e misure concrete per fermare il global warming, lo scenario peggiore potrebbe vederci alle prese con innalzamenti delle acque fino a 180 cm (valore mediano globale) e costi tra i 14mila e 27mila miliardi di dollari l’anno. Parliamo di una cifra che supera il 2% del PIL mondiale.
>>Leggi anche Riscaldamento globale: il target 2 °C non è sicuro per l’umanità<<
Chi ne risentirà maggiormente? Secondo i ricercatori le città più grandi, indipendentemente dalla loro ricchezza, saranno probabilmente protette in maniera migliore grazie alle loro infrastrutture, mentre le nazioni insulari e le comunità costiere nei paesi in via di sviluppo subiranno il peso degli allagamenti. Ma queste inondazioni avranno un impatto su tutte le coste e ogni Paese dovrà adattarsi, spiega Svetlana Jevrejeva, ricercatrice del NOC e autore principale dello studio. “Più di 600 milioni di persone vivono in zone costiere a bassa quota, a meno di 10 metri sul livello del mare”, chiarisce Jevrejeva. “In un clima caldo, il livello del mare aumenterà a causa dello scioglimento dei ghiacciai e delle calotte glaciali e per l’espansione termica delle acque oceaniche”, costituendo “uno degli aspetti più dannosi del riscaldamento climatico”. “Questi risultati – ha concluso la ricercatrice – mettono ulteriormente l’accento sulla necessità di impegnarsi ancora di più per mitigare l’aumento delle temperature globali”.