(Rinnovabili.it) – Ci aiuterà a comprendere le dinamiche che hanno caratterizzato il clima nel passato, facilitando l’elaborazione di modelli previsionali per il futuro. È questo lo scopo del nuovo atlante storico del clima dell’Europa e del bacino del Mediterraneo, che riporta i dati di piogge e siccità degli ultimi 2 mila anni. Lo hanno messo a punto i ricercatori della Columbia University, dopo aver pubblicato recentemente anche gli atlanti di Nord America e Asia. Questo lavoro potrà migliorare le analisi future anche di fenomeni recenti, come le alterazioni climatiche che, secondo alcuni osservatori, sono state uno dei fattori scatenanti della guerra in Siria.
Il team della Columbia, ha già iniziato ad incrociare i dati dei tre atlanti, soprattutto in merito a tre fasi storiche: il periodo caldo medioevale (anno 1000-1200), la cosiddetta piccola era glaciale (1550-1750), tanto richiamata dai dalle argomentazioni dei negazionisti climatici, e l’età moderna (1850-2012). I risultati, pubblicati su Science Advances, evidenziano condizioni di maggiore siccità rispetto alla media nel corso degli ultimi mille anni nella zona dell’Europa centro-settentrionale. Nel contesto dell’intero emisfero nord, questa deriva è del tutto coerente, inserendosi in una storia di grandi siccità, durate inspiegabilmente più a lungo durante l’anomalia climatica medievale che nel XX secolo.
I dati raccolti degli atlanti permettono di guardare indietro con occhi nuovi e leggere la storia da prospettive inedite: Ad esempio, la carestia che ha colpito l’Irlanda nella metà del Settecento era stata imputata ad un clima particolarmente freddo, che aveva caratterizzato l’inverno del 1740 e la successiva primavera. Il nuovo atlante del clima indica attribuisce le responsabilità alla scarsa piovosità della primavera e dell’estate del 1741. I dati raccolti nel corposo file, confermano poi che la grande carestia abbattutasi sull’Europa tra il 1315 e il 1317, fu causata dalle eccessive precipitazioni che colpirono gran parte del continente, lasciando come unico superstite proprio il Meridione italiano.