Scienziati tedeschi hanno studiato lo strato atmosferico della Regione Polare per comprendere quale ruolo svolgesse nel rapido scioglimento dei ghiacci artici
(Rinnovabili.it) – Il clima sta cambiando nell’Artico più velocemente che in altre regioni del mondo. Questo fenomeno è spesso associato dagli scienziati alla diminuzione di neve e ghiaccio, conseguenti al progressivo riscaldamento della superficie.
In un nuovo studio pubblicato su Nature Geoscience, gli scienziati Felix Pithan e Thorsten Mauritsen dell’Istituto Max Planck per la meteorologia mostrano tuttavia che questo effetto sia in realtà solo secondario. Ad incidere, invece, sarebbero soprattutto gli effetti a retroazione associati con la quantità di energia irradiata che ritorna indietro dallo spazio. “Nell’Artico, man mano che il clima si riscalda, la maggior parte del calore supplementare rimane intrappolato in uno strato dell’atmosfera vicino alla superficie terrestre, non più profondo di 1 o 2 chilometri”, spiega Pithan.
L’atmosfera artica si presenta come una torta a strati rispetto ai tropici; in queste regioni, i temporali portano il calore dalla superficie verso l’alto, dove poi si irradia nello spazio. Ma nell’Artico, aria e calore dello strato superficiale raramente si mescolano con la parte alta dell’atmosfera. Questo rende la superficie artica piuttosto inefficiente nello sbarazzarsi dell’energia termica in eccesso, e di conseguenza si riscalda di più rispetto ad altre regioni. Si tratta di un risultato in contrasto con studi precedenti secondo cui il riscaldamento nelle alte latitudini settentrionali poteva essere amplificato da un assorbimento più efficiente della luce solare da parte dell’oceano scuro o della superficie terrestre una volta che il ghiaccio marino o le nevi si fossero sciolte.