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Artic30: liberato su cauzione l’attivista italiano

Arriva dal tribunale russo la notizia della liberazione su cauzione di alcuni degli Artic30 detenuti in Russia dallo scorso settembre. Tra di loro anche l'italiano Cristian D'Alessandro

Artic30 (Rinnovabili.it) – Dopo l’appello lanciato da Greenpeace a tutti i sindaci affinché si appellassero per la liberazione degli Artic30 arriva finalmente dalla Corte Russa la buona notizia della liberazione, previo pagamento di una cauzione di 45mila euro da versare entro il 27 novembre, dell’attivista Cristian D’Alessandro. Appresa da Twitter la notizia ha fatto il giro del mondo.

“Sono troppo euforico, datemi il tempo di riprendermi – ha commentato a caldo Aristide D’Alessandro, padre di Cristian – Sto avvertendo parenti ed amici. Al 99% mi recherò in Russia per andare a prendere mio figlio”.

 

“Nel giro di una sola giornata abbiamo avuto buone e cattive notizie, e le buone arrivano con molte incognite. Non sappiamo ancora a quali condizioni i nostri amici verranno rilasciati, se dovranno rimanere ai domiciliari o se potranno lasciare il Paese. Quello che sappiamo con certezza è che sono ancora accusati di un crimine che non hanno commesso e per il quale possono ancora essere condannati, rischiando anni dietro le sbarre. Rimaniamo sconcertati inoltre per il fatto che il nostro collega australiano dovrà rimanere in carcere. Gli Arctic30 non saranno liberi fino a quando anche l’ultimo di loro non sarà tornato a casa dalle proprie famiglie” commenta Giuseppe Onufrio, direttore Esecutivo di Greenpeace Italia.

 

Insieme a lui sono stati rilasciati anche l’italoargentina Camila Speziale, il canadese Paul Ruzycki, il polacco Tomasz Dziemianczuk, la brasiliana Ana Paula Maciel, il neozelandese David Haussmann e l’argentino Miguel Hernan Perez Orsi. Al momento l’associazione ambientalista ha dichiarato di non sapere se agli Artic30 sarà permesso di lasciare il paese visto che rimane su di loro l’accusa di vandalismo e formalmente anche quella di pirateria.

“Accogliamo con gioia questa decisione che indirettamente riconosce che gli Arctic30 sono cittadini responsabili. Speriamo comunque che il sistema giudiziario russo riconosca presto la loro totale innocenza e ci permetta di riportarli a casa il più presto possibile. Ringraziamo sinceramente le nostre autorità consolari in Russia per l’enorme impegno e dedizione rivolti a questa vicenda” commenta la sorella di Cristian, Ivana.