(Rinnovabili.it) – Arsenico e vecchi richiami. Si potrebbe ribattezzare così l’apparentemente interminabile vicenda che vede la qualità dell’acqua italiana sotto riflettori dell’Unione europea da oltre 11 anni. Lo scorso 31 dicembre sono scadute le deroghe concesse da Bruxelles alle autorità italiane per rimettere a norma le concentrazioni di arsenico in ben 13 Regioni e, mentre Legambiente denuncia la situazione laziale, unico territorio a non esser riuscito a ripristinare i normali valori entro la scadenza, l’esecutivo europeo fa sentire la propria voce.
Il commissario all’Ambiente Janez Potocnik ha informato in questi giorni il governo italiano sui prossimi passi in materia. Le autorità nazionali dovranno infatti presentare una relazione entro la fine di febbraio 2013 per illustrare i progressi nei loro interventi di bonifica e il presente livello di conformità. “Tutte le deroghe concesse dalle due decisioni della Commissione sono scadute il 31 dicembre 2012”, ma ad oggi Bruxelles “non dispone di informazioni dettagliate sul livello di conformità diverse da quelle di dominio pubblico”, spiega Potocnik. “La Commissione valuterà le informazioni ricevute e deciderà le azioni appropriate che sono necessarie. Fino ad allora ci si aspetta che le autorità nazionali e regionali prendano le misure necessarie per garantire che non vi sia alcun rischio potenziale per la salute umana”.