L’aria inquinata continua a minacciare le persone più vulnerabili
(Rinnovabili.it) – Oggi 9 persone su 10 nel mondo respirano aria inquinata. Una proporzione altissima dalle conseguenze ben note: l‘inquinamento atmosferico provoca sette milioni di morti premature l’anno alzando la percentuale di ictus, malattie cardiache e patologie polmonari legate a tumori o infezioni. I numeri sono quelli pubblicati oggi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO, per dirla con l’acronimo inglese), costretta a lanciare l’ennesimo allarme: nel 2016, solo lo smog ha provocato circa 4,2 milioni di vittime a cui si aggiungono i 3,8 milioni di morti premature causate ogni anno dall’inquinamento indoor.
Oltre il 90% dei decessi correlati all’aria inquinata si verificano nei Paesi a basso e medio reddito, principalmente in Asia e in Africa, seguite dal Mediterraneo orientale, Europa e Americhe. “L’inquinamento atmosferico minaccia tutti, ma le persone più povere e più emarginate sopportano il peso maggiore”, spiega il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS. “È inaccettabile che oltre 3 miliardi di persone – per la maggior parte donne e bambini – respirino ogni giorno aria tossica proveniente da stufe e combustibili inquinanti nelle loro case. Se non interveniamo con urgenza, non potremo mai avvicinarci allo sviluppo sostenibile”.
Il database dell’Organizzazione – il più completo nel suo genere – comprende oggi i dati sulla qualità dell’aria di oltre 4300 città in 108 paesi e confronta regolarmente le concentrazioni degli inquinanti atmosferici con i livelli ritenuti accettabili dalla stessa OMS: valori medi annuali di 20 μg / m 3 per il PM10 e di 10 μg / m3 per PM2.5.
Concentrandoci solo sullo smog, sono il Mediterraneo orientale e il sud-est asiatico ad avere il primato quando si parla di danni sulla salute.
“Molte delle metropoli odierne superano di oltre 5 volte i livelli guida per la qualità dell’aria, rappresentando un grave rischio per la salute delle persone“, afferma la dott.ssa Maria Neira, Direttore del Dipartimento di salute pubblica all’OMS. Ma non sono tutte notizie negative. “Stiamo assistendo ad un’accelerazione dell’interesse politico in questa sfida globale per la salute pubblica. L’aumento del numero di città che registrano i dati sull’inquinamento atmosferico riflette, infatti, un impegno per la valutazione e il monitoraggio della qualità dell’aria. La maggior parte di questo incremento si è verificata nei Paesi ad alto reddito, ma speriamo di potere vedere un simile sforzo in tutto il mondo”.