L'Associazione 394 analizza nel documento pro e contro dello sviluppo delle fonti alternative, delineando i criteri generali per un corretto approccio conforme ai primari obiettivi di conservazione nelle zone naturali
(Rinnovabili.it) – Il 2012 è stato proclamato dall’ONU Anno internazionale dell’energia sostenibile per tutti. La 394, Associazione nazionale del personale delle aree protette, ha redatto, per l’occasione, un documento tecnico dedicato alla produzione di energia rinnovabile all’interno delle stesse. Nel documento, scaturito da un incontro svoltosi ad aprile 2011, l’Associazione analizza i diversi criteri di valutazione per produrre energia rinnovabile, nelle aree protette, “in armonia” con la salvaguardia della biodiversità e del paesaggio, obiettivi primari di parchi regionali e nazionali, come stabilito dalla direttive comunitarie “Habitat” e “Uccelli”. La relazione focalizza l’attenzione sul fatto che lo sviluppo delle rinnovabili crei inevitabili problematiche per le aree protette, tra cui l’utilizzo di vaste superfici, nonché le difficoltà economiche in cui vertono spesso i piccoli Comuni, che li inducono a porre nel dimenticatoio i primari obiettivi di conservazione delle aree naturali. Dall’altro lato c’è però un crescente interesse per lo sfruttamento di tali fonti, grazie a diverse caratteristiche quali la loro disponibilità a bassa “concentrazione” e in zone scarsamente sfruttate ed antropizzate. A tal proposito l’Associazione tira in ballo proprio la Legge Quadro n. 394/1991, il principale riferimento normativo per le aree naturali protette, attraverso il quale possono essere individuate le linee guida basilari per sviluppare, al loro interno, impianti ad energia rinnovabile, che prevede la redazione di un Piano per il Parco e un attenta valutazione d’impatto ambientale dei progetti in cantiere. Su queste basi nel documento vengono fissati 8 criteri generali per un corretto approccio alle fonti alternative all’interno di un parco:
1. le aree naturali protette sono territori speciali, in cui è prevalente l’interesse della conservazione e della valorizzazione del paesaggio, della biodiversità e dei valori culturali;
2. nella lotta ai cambiamenti climatici, nelle aree naturali protette sono prioritariamente favoriti interventi per il risparmio energetico diffuso, l’uso della bioedilizia e di materiali in genere a basso impatto di costruzione e smaltimento a fine vita, la filiera corta per ridurre i costi ambientali dei trasporti, la mobilità alternativa;
3. sono altre sì favoriti interventi per l’uso delle energie rinnovabili, compatibilmente con le finalità di conservazione, soprattutto mediante piccoli impianti integrati e per autoproduzione;
4. gli impianti di produzione per la messa in rete dell’energia sono attentamente valutati, escludendo in particolare le aree sottoposte a maggiore tutela;
5. in sede di valutazione dei progetti relativi agli interventi, i parchi arricchiscono prioritariamente gli strumenti di conoscenza e monitoraggio del territorio e acquisiscono le informazioni e gli studi presenti;
6. nel caso di dati insufficienti o serie storiche limitate, con riferimento al grado di vulnerabilità dell’area interessata, è prevalente il principio di precauzione;
7. nelle aree contigue, anche se non ancora individuate ai sensi della L. n. 394/1991, sono favorite le intese con le Regioni per una co-pianificazione atta a salvaguardare i valori dell’area protetta, anche in relazione allo sviluppo dell’energia rinnovabile.
8. il rilascio di nulla osta alla eventuale realizzazione di impianti, non deve essere condizionato alla corresponsione di misure compensative in denaro a favore degli Enti gestori.