Rinnovabili • aree marine protette Rinnovabili • aree marine protette

Le aree marine protette sono l’antidoto al riscaldamento globale

Mitigano il cambiamento climatico, riducono l'acidificazione, aumentano la disponibilità di ossigeno. Ecco perché dobbiamo estendere le aree marine protette al 30% del mare mondiale

aree marine protette

 

(Rinnovabili.it) – Riserve marine come riserve di clima. Così possono definirsi le aree marine protette, per l’aiuto che forniscono agli ecosistemi nell’adattamento al riscaldamento globale. I benefici della protezione del mare sono descritti in una nuova ricerca pubblicata oggi da Proceedings of the Natural Academy of Science. Il paper mette in risalto anche il ruolo che politiche di conservazione degli ecosistemi marini possono avere nella prevenzione dell’inquinamento e nella riduzione degli effetti distruttivi della pesca.

Gli esperti internazionali che hanno lavorato alla ricerca provengono da Regno Unito, Belgio, Stati Uniti, Arabia Saudita, Canada, Messico e Cile. Sostengono che le riserve marine, di conseguenza, siano di aiuto anche agli esseri umani, aiutandoli a far fronte a cinque conseguenze dannose del cambiamento climatico: l’acidificazione degli oceani, l’innalzamento del livello del mare, la maggiore intensità delle tempeste, le migrazioni delle specie animali e la riduzione della produttività e disponibilità di ossigeno.

 

>> Leggi anche: Una giornata mondiale degli oceani per garantirci il futuro <<

 

Queste aree – soprattutto le zone umide costiere – possono contribuire ad aumentare i tempi di stoccaggio delle emissioni di carbonio, fornendo un ulteriore apporto positivo alla mitigazione del clima. Tuttavia, solo il 3,5% degli oceani del mondo è stato finora coperto da protezione, e appena l’1,6% è completamente escluso dallo sfruttamento. La comunità internazionale è riunita fino a venerdì a New York per porre le basi di un accordo che porti il totale al 10% entro il 2020. Lo stabiliscono gli Obiettivi di sviluppo sostenibile approvati dalle Nazioni Unite, che tuttavia paiono a molti troppo conservativi. I delegati all’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) hanno convenuto che almeno il 30% degli oceani dovrebbe essere protetto entro il 2030. Questa ricerca supporta tale posizione, che implicherebbe un deciso aumento delle aree marine protette anche al di fuori delle acque territoriali.