Dallo Stato la competenze delle aree da disinquinare torna di nuovo alle regioni, chiamate a pubblicare annualmente la relazione sullo stato di avanzamento degli interventi
(Rinnovabili.it) – Inversione di marcia, torna alle Regioni la competenza delle 18 aree da disinquinare. Passando dalla mano dello Stato a quello delle amministrazioni locali si spera che riportare alla “salute” 18 dei 57 siti di interesse nazionale (Sin) possa rendere più facile e veloce la trasformazione delle aree da Sin a Siti di Interesse Regionale (Sir). A decidere il cambiamento il ministro dell’Ambiente Corrado Clini che ha firmato il decreto che modifica l’elenco dei Sin, puntando così l’attenzione su aree di particolare complessità ambientale per la presenza di impianti chimici o di contaminazioni più pericolose.
Ma come mai i siti sono tornati ad essere di interesse regionale? La ragione è il non soddisfacimento dei requisiti dell’articolo 252 del decreto legislativo del 2006 “Norme in materia ambientale”, come modificato dall’articolo 36 bis della legge del 7 agosto 2012 che ha convertito in legge le “Misure urgenti per la crescita del Paese”.
“Restano fermi – è scritto nel provvedimento – salvo eventuali successive modifiche e integrazioni, gli accordi precedentemente sottoscritti tra il ministero dell’Ambiente e gli enti locali competenti”.
Con il cambio, le Regioni provvederanno a fare una relazione annuale al Ministero che metta in chiaro lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica e ripristino ambientale.
Tra i siti che tornano alle Regioni ci sono la Bovisa (alla periferia di Milano), Cerro al Lambro (Lombardia), i bacini dei fiumi Sacco (Lazio) e Sarno (Campania), La Maddalena (Sardegna), alcune aree del litorale vesuviano.