(Rinnovabili.it) – Altro mese, altro record per il riscaldamento globale. I climatologi hanno definito questa striscia di peggioramenti continui, iniziata a febbraio, una «emergenza climatica». I dati diffusi dalla NASA durante il fine settimana indicano che la temperatura globale della terra e del mare, in aprile, è stata più calda di 1.11 °C rispetto alla media del mese calcolata nel periodo 1951-1980. Lo stesso è gli ultimi sei mesi, ma c’è dell’altro: da ottobre 2015 ad aprile, l’aumento di temperatura ha ecceduto sempre di oltre un grado celsius la media storica. A febbraio e marzo la crescita si è attestata addirittura a 1,33 e 1,29 °C. Il caldo anomalo di aprile ha polverizzato il record del 2010, anno in cui lo stesso mese aveva ecceduto le medie 1951-1980 di 0,87 °C.
A livello locale, in alcune zone del mondo le cose vanno anche molto peggio: parti dell’Alaska, Russia, Groenlandia occidentale e Nord Africa hanno visto salire i termometri di oltre 4 °C rispetto alla media di aprile. Una gran parte dell’Asia, l’Europa orientale, l’Australia, altre zone del Nord Africa, il Brasile, il nord-ovest degli Stati Uniti e il Canada occidentale hanno registrato scostamenti di 2 °C o più.
Si fa strada sempre più chiaramente, tra gli esperti, la certezza che il 2016 sarà non solo l’anno più caldo di sempre, ma anche che l’aumento delle temperature sarà il più sensibile in proporzione.
Con questi dati, l’obiettivo dell’accordo sul clima di Parigi – mantenere l’aumento delle temperature ben al di sotto dei 2 °C, facendo il possibile per restare entro 1,5 °C – è decisamente a rischio. Sarebbe difficile raggiungerlo anche se le emissioni globali fossero azzerate domattina.
La combinazione di gas serra di origine antropica e l’azione del fenomeno climatico El Niño sta facendo schizzare alle stelle la colonnina di mercurio, tanto che l’azione della Niña (fenomeno opposto che tende a mitigare le temperature oceaniche) sarà meno incisiva di qualche decennio fa.