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Roma lancia Apincittà: le api saranno sentinelle dell’inquinamento

Roma Capitale, l’arma dei Carabinieri e la Federazione apicoltori italiani coordinano la creazione una rete di biomonitoraggio contro smog e metalli pesanti

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Come Francoforte e Vancouver anche Roma ingaggia le api contro l’inquinamento grazie al progetto Apincittà

 

(Rinnovabili.it) – Roma arruola le api nella lotta urbana contro polveri sottili, microplastiche e contaminanti atmosferici. L’amministrazione comunale in collaborazione con l’arma dei carabinieri e la FAI (federazione apicoltori italiani) ha lanciato in questi giorni Apincittà, nuovo progetto di biomonitoraggio urbano. L’idea alla base dell’iniziativa è quella di creare una rete di alveari, posizionati in luoghi strategici, che permettano di avere indicazioni sullo stato ambientale e sulla contaminazione chimica presente.

Concettualmente non si tratta di una novità. L’idea di impiegare usare le api per rilevare l’inquinamento è in realtà vecchia di decenni. Una volta ci si limitava a osservare lo stato di salute dell’alveare: api malate o morte erano la spia di una vicina fonte d’inquinamento. Oggi il monitoraggio è divenuto più sofisticato e gli insetti non devono soffrire per fornire informazioni: basta analizzare il polline raccolto e il miele e la cera prodotti per valutare la presenza di elementi come il fluoruro, il piombo, lo zinco, il naftalene e persino composti radioattivi come il cesio, il trizio e il plutonio. E dal momento che questi imenotteri visitano migliaia di fiori in un solo giorno, di solito in un raggio stretto di fino a 3 km attorno alla loro casa, sono in grado di restituire un sistema di valutazione fortemente localizzato.

 

Il progetto Apincittà ha preso vita dalla sede romana della FAI, a Palazzo della Valle, con l’apiario sperimentale ‘Numero Zero’. Nella sede del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (Cufa) è stata invece attivata la ‘Postazione Laboratorio Numero 1′, con l’installazione di tre alveari. La rete verrà quindi espansa attraverso altre dieci postazioni per gran parte già presenti nel centro storico o di prossima realizzazione in siti di interesse scientifico. Le squadre di “sentinelle volanti” forniranno in questo modo informazioni su quali sono le fioriture di Roma più diffuse e sulla presenza di contaminanti, polveri sottili, microplastiche e idrocarburi policiclici aromatici.

 

Tra le finalità di Apincittà anche quella didattica come ha spiegato Edgar Meyer, consulente dell‘assessorato all’ambiente di Roma Capitale, durante il lancio dell’iniziativa “Ci interessa anche la sensibilizzazione e l’educazione dei cittadini alla biodiversità urbana. Dall’apicoltura all’apicultura: vogliamo portare anche le scuole in questi luoghi”. Cittadini e scolaresche potranno osservare il funzionamento del progetto visitando le postazioni e osservando da vicino come funziona una centralina di biomonitoraggio.

 

Esperimenti simili sono stati attivati anche in altre città internazionali. Un esempio? A Vancouver, l’organizzazione no-profit Hives for Humanity, con l’Università della British Columbia, ha attivato nel 2017 un progetto  di apicoltura urbana dedicata all’inclusione sociale e al monitoraggio dello smog cittadino. O ancora, dal 2006, le api hanno vigilano sull’inquinamento atmosferico all’aeroporto tedesco di Francoforte, il quarto scalo aereo più trafficato d’Europa.

 

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