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L’Antropocene non è un’era geologica a sé stante (per ora)

Antropocene: fallisce il tentativo di riconoscerlo come era geologica

Foto di Donald Giannatti su Unsplash

Antropocene: fallisce il tentativo di riconoscerlo come era geologica
Foto di Donald Giannatti su Unsplash

Sul voto del SQS pende però un ricorso e potrebbe venire annullato

(Rinnovabili.it) – Finisce sepolta da 12 voti contro 4 la proposta di riconoscere ufficialmente l’Antropocene come epoca geologica. Dopo 15 anni di lavoro per presentare prove sufficienti a mettere fine all’Olocene – l’epoca climaticamente stabile iniziata 11.700 anni fa e durante la quale si sono sviluppate tutte le civiltà umane – la Subcommission on Quaternary Stratigraphy (SQS) ha affossato la proposta. Anche se attorno al voto si è accesa una diatriba e, regolamento alla mano, la decisione potrebbe essere annullata.

Riconoscere l’Antropocene

La proposta di riconoscere l’Antropocene mira a formalizzare l’impatto delle attività umane sul Pianeta. Per definire una nuova epoca geologica bisogna individuare degli indicatori sufficientemente qualificanti e un sito la cui geologia possa essere presa come riferimento globale. I proponenti hanno scelto il 1952 come data convenzionale per l’inizio dell’Antropocene, l’aumento delle tracce di plutonio in tutto il mondo a causa degli esperimenti con le bombe atomiche, e un sito specifico – il lago Crawford nell’Ontario canadese come golden spike, ovvero marcatore di riferimento.

Di che cosa si tratta? Dal punto di vista geologico, la storia della Terra viene divisa in eoni, ere, periodi ed epoche. Per definire in modo convenzionale il limite tra un’epoca e la successiva, la scienza individua dei punti notevoli, solitamente affioramenti rocciosi in cui è ben visibile il passaggio tra le due fasi. Questi limiti stratigrafici prendono il nome di golden spike, letteralmente “spuntone dorato”.

Anche senza riconoscimento formale, tuttavia, la scienza – tanto il campo della geologia quanto quello del clima – ha ben chiaro la portata dell’impatto dell’uomo sul Pianeta. Una delle ragioni dietro il no, ad esempio, riguarda la scelta dei test nucleari come soglia, perché per quanto di impatto globale metterebbero troppo sullo sfondo i cambiamenti che l’uomo ha apportato al Pianeta da millenni, ad esempio attraverso l’agricoltura.

Non è comunque detta l’ultima parola. Due dei proponenti, infatti, hanno annunciato un ricorso impugnando il regolamento del voto. Il processo di votazione dura mesi e il suo esito, che non era ancora stato formalizzato, sarebbe stato fatto trapelare anzitempo alla stampa. Ne ha effettivamente dato notizia per primo il New York Times il 5 marzo. Ciò contrasterebbe con il regolamento della votazione, che potrebbe quindi essere annullata.

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