(Rinnovabili.it) – Le nostre attività sono proseguite nell’ultimo periodo in modo molto discontinuo, causa numerosi giorni di copertura nuvolosa e alcuni con forti nevicate, oppure forte vento (sino a oltre 110 km/ora), che hanno bloccato mezzi e uomini nella base del PNRA Mario Zucchelli. Tuttavia qualche missione dalla base italiana e quattro ottimi giorni in quella degli USA di McMurdo (distante oltre 380 km) ci hanno permesso di entrare nel vivo nei temi del nostro progetto con una ricca campionatura di rocce (quasi mezza tonnellata).
Tutti i nostri movimenti su un territorio esteso quanto oltre metà Italia sono regolati, formalmente e nella sostanza, nel progetto del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide siglato PdR 2013/AZ2.08 e dal titolo: “Forzanti climatica e tettonica sui processi di dispersione dei sedimenti nel West Antarctic Rift System della South Victoria Land: uno studio di provenienza “Source-to-sink” e “multi-proxy”.
In altre parole tutte le indagini che qui svolgiamo in “campagna”, ovvero su quei pochi affioramenti di roccia che il ghiaccio non ricopre, come le successive intense e altrettanto costose analisi di laboratorio, si inquadrano in una ricerca che intende sfruttare l’enorme potenziale informativo del record sedimentario (una spessa coltre di sedimenti glaciomarini) recuperato dalle perforazioni nel McMurdo Sound presso la costa della Terra Vittoria. Il punto di forza del progetto è, con approccio olistico, legare la “storia a mare” con quella “a terra”, mettendo a confronto le ricostruzioni basate sugli archivi conservati nei sedimenti marini con la storia registrata nei depositi glaciali presenti sulla terra emersa, e in generale considerando l’intera geologia della regione (tipi di rocce e strutture alla scala dal metro al chilometro) negli innumerevoli gruppi di catene montuose, con picchi sino a quasi 4000 m che caratterizzano la regione studiata.
Il tutto per migliorare la comprensione delle modalità con cui clima, glaciazioni, erosione e tettonica hanno interagito in diversi stadi evolutivi del sistema litosfera-criosfera nelle Montagne Transantartiche e l’adiacente regione del Ross Sea.
Nelle ultime due settimane, abbiamo operato con missioni giornaliere con elicottero sia dalla base Mario Zucchelli che dalla stazione USA McMurdo. Causa avverse condizioni metereologiche purtroppo sono state effettuate solo sette giornate e mezzo di lavoro all’esterno su 25 di permanenza nelle basi. Durante le giornate di maltempo, confortati dall’ottima cucina dei nostri cuochi, soprattutto nella base italiana, abbiamo forzatamente ritoccato i nostri obiettivi con una pianificazione finale di dettaglio delle missioni giornaliere da effettuare a partire dalla stazione McMurdo. La pianificazione effettuata in precedenza infatti è stata sostanzialmente modificata, considerando la drastica riduzione (da 14 a 4 + 1/2 giorni) del periodo previsto a McMurdo, causato soprattutto dalle pessime condizioni meteo (6-18 gennaio 2015). In complesso abbiamo effettuato due missioni con elicottero dedicato nelle Southern Cross Mountains e nell’Eisenhower Range (dalla base italiana), e quattro missioni con due elicotteri, suddividendoci in due equipaggi, nella regione compresa tra medio e alto Skelton e le Dry Valleys (attività da McMurdo Station).
In tutte le località visitate, la ricerca è stata finalizzata alla raccolta di nuovi dati strutturali e campioni per studi provenienza e di tettonica sia nel basamento cristallino, che nella copertura Permo-Triassica (Beacon Supergroup), le rocce nelle quali sono stati fatti nuovi ritrovamenti di tronchi di alberi in parte carbonizzati (vedi il report precedente).
Sono stati inoltre campionati diversi depositi glaciali legati alle incursioni nelle valli lungo la costa da parte della Ross Ice Sheet (ghiacci che occupavano l’intera regione del Mare di Ross) durante l’ultimo Massimo Glaciale e in tempi più antichi. In alcuni siti è addirittura conservato un potente strato di ghiaccio fossile, protetto da una coltre detritica.
Abbiamo la previsione che una volta caratterizzati in laboratorio (analisi mineralogiche e chimiche) questi materiali (ciottoli di varia forma, grandezza e loro matrice fine, da sabbia a limo) possano raccontarci importanti frammenti di storia (ultimi 2-3 milioni di anni in particolare l’ultima glaciazione, circa 18 mila anni fa) della passata dinamica dei ghiacci, delle loro provenienze, estensione e volume.
Una interessante nuova scoperta ha invece riguardato il basamento cristallino, le rocce più antiche presenti nella regione (480 a oltre 600 milioni di anni). Infatti nella regione tra bassa Taylor Valley e Baronick Glacier (medio Skelton Glacier), è stata identificata e campionata una sospetta “zona di sutura” (relitti di crosta oceanica o di un bacino di retroarco – tipo il mare a W del Giappone), testimoniata da lenti da metriche a decametriche di metabasiti e rocce ultramafiche metamorfosate (originarie rocce di natura basaltica, e della crosta oceanica profonda o mantello). Queste rocce sono ospitate in paragneiss psammitici, quarziti e subordinati marmi impuri.
La zona è stata tracciata mediante un survey da elicottero attraverso gran parte della Royal Society Range, dal Ferrar glacier al Blue Glacier, e identificata più a sud, nel versante meridionale della Miers Valley. Si tratta quindi di una caratteristica struttura fondamentale della regione che ha forti analogie con una fascia identificata negli anni 90 nella terra Vittoria Settentrionale (nel Lanterman Range, oltre 600 km distante). Stranamente, queste rocce non sono state sinora mai descritte e interpretate per il loro peculiare valore geodinamico dai colleghi, neozelandesi e americano che hanno svolto ricerche nella regione.
In concomitanza con l’utilizzo di bussola e martello, i tradizionali strumenti per il rilevamento geologico, abbiamo continuato ad utilizzare, in varie condizioni ambientali (anche con vento di 30-35 nodi e temperature prossime ai – 40 °C) di tablet ad alta resistenza con uno specifico software per acquisire immediatamente sul campo e in modo geo-referenziato dati in diverso formato (testo, audio e immagine) sui campioni di minerali, fossili e rocce.
Su fronte della divulgazione tutto il gruppo è stato attivamente coinvolto in diverse videoconferenze con scuole di primo e secondo grado italiane, e ha reso disponibili i primi risultati, recepiti dalla stampa nazionale (inclusi Corriere e Repubblica) in diversi articoli pubblicati l’8 gennaio 2015.
Ci apprestiamo ora alla fase finale della spedizione, gli ultimi 7-10 giorni, tempo di recuperare per quanto possibile alcune attività e predisporre il tutto per l’imbarco sulle navi cargo che prima sino in Nuova Zelanda e poi nelle tratte oceaniche ci porteranno “a casa” i campioni.
Al prossimo report in caso di ulteriori sostanziose novità. Oppure … alla prossima spedizione!