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Antartide: Russia e Cina contro l’ampliamento dell’area marina protetta

Cina e Russia fanno naufragare la nuova proposta di creare una seconda area marina protetta in Antartide orientale

area marina protetta

 

(Rinnovabili.it) – I confini dell’area marina protetta dell’Antartide non si toccano. Soprattutto quando la proposta sul tavolo è quella di ampliare l’estensione del santuario per rafforzare le misure di protezione dell’ecosistema. A far naufragare il progetto, presentato lo scorso venerdì alla Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi antartiche, sono stati i delegati degli unici due Paesi fin da subito contrari all’istituzione della riserva marina nel Mar di Ross: Cina e Russia.

 

 

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I motivi alla base di questa contrarietà sono facili da intuire. Le risorse dell’Antartide sono da tempo all’attenzione dei Paesi che si spartiscono il continente, dalle riserve ittiche a quelle minerarie e fossili (nel 2013 un grosso giacimento di greggio è stato scoperto sul versante occidentale del polo sud).

I forti interessi nell’area dei due Paesi, non sono riusciti a bloccare l’istituzione dell’area marina protetta dell’Antartide, ma hanno contribuito a rallentarne il processo. Ci sono voluti infatti ben 5 anni di negoziati e discussioni attraverso la Commissione CCAMLR (Commission for Conservation of Antarctic Marine Living Resources) prima di ottenere il via libera al primo parco marino istituito in acque internazionali.

 

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Nell’ottobre del 2016, sotto la spinta degli USA di Obama e della Nuova Zelanda, 24 Paesi più l’Europa hanno firmato l’accordo che garantisce la protezione di 1,55 milioni di chilometri quadrati del Mare di Ross per i prossimi 35 anni. Si tratta di una delle zone più importanti al mondo dal punto di vista ecologico e, per ora, la meno contaminata dall’impronta umana.

 

 

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Durante l’ultima riunione della Commissione CCAMLR ad Hobart, in Australia, i delegati australiani e francesi hanno proposto di creare una seconda area marina protetta in Antartide orientale, che coprirebbe circa un 1 milione di chilometri quadrati. Ma l’idea è stata velocemente rispedita al mittente dopo l’ennesimo no di Mosca e Pechino. In compenso, ad ottenere il consenso di tutti i delegati del CCAMLR è stato il nuovo piano di ricerca e monitoraggio finalizzato ad aiutare gli scienziati nello studio dell’ecosistema, tracciando le differenze tra aree protette e non protette.