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Antartico: per ora nessuna riserva marina nel mare di Weddell

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Per Greenpeace, la Commissione sull’Antartico ha fallito la sua missione di proteggere le acque antartiche

 

(Rinnovabili.it) – Sarebbe stata la riserva marina più grande al mondo e avrebbe vietato la pesca intensiva in una vasta area del mare di Weddell e parti dell’Antartico, salvaguardando specie quali pinguini, orche, foche leopardo e balene blu. L’unanimità che serviva per l’approvazione del piano che avrebbe trasformato un enorme tratto incontaminato dell’Oceano Antartico nel più grande santuario marino del mondo non c’è stata. I membri della Commissione per la conservazione delle risorse marine viventi in Antartico (CCAMLR) non hanno raggiunto l’obiettivo, soprattutto per l’opposizione di Russia, Cina e Norvegia, generando sgomento tra i gruppi ambientalisti, che avevano mobilitato 2 milioni di persone a sostegno del piano.

 

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La riserva avrebbe avuto un’estensione di 1,8 milioni di chilometri quadrati, cinque volte più grande della Germania, e secondo gli esperti avrebbe svolto un ruolo chiave non solo nella salvaguardia delle specie, ma anche nella lotta al cambiamento climatico, dato che i mari intorno all’Antartico assorbono enormi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera. Per gli attivisti della campagna Protect the Antarctic di Greenpeace abbiamo perso un’opportunità storica, soprattutto contro un’opposizione che non è stata ragionata su basi scientifiche, ma sul puro ostruzionismo ed evidenti interessi avversi. Dal canto suo la CCAMLR non ha risposto per il momento alle richieste di commento, ma si è limitata a riferire che ci sono state molte discussioni intorno ai piani per nuovi santuari oceanici, aggiungendo che i membri continueranno a lavorare sulle proposte di istituire santuari in Antartico, sulle quali discuteranno di nuovo nell’incontro del prossimo anno.

 

Per Greenpeace, la CCAMLR ha fallito nella sua missione di proteggere le acque antartiche. “Non c’è più tempo – ha detto Frida Bengtsson della campagna Protect the Antarctic di Greenpeacee gli scienziati hanno chiarito che dobbiamo creare santuari marini in almeno il 30% dei nostri oceani entro il 2030, per proteggere la fauna selvatica, garantire la sicurezza alimentare e contribuire ad affrontare i cambiamenti climatici”. Per l’associazione ambientalista, gli sforzi diplomatici sembrano essere più preoccupati della pesca intensiva che della conservazione. “Se organismi come la Commissione sull’Antartico continuano a fallire nel loro mandato di conservare l’oceano – ha aggiunto Bengtsson – sono chiaramente inadatti allo scopo e non fanno parte della soluzione”.

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