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Legno urbano, una risorsa trattata come rifiuto

(Rinnovabili.it) – Si è tenuto oggi a Firenze l’incontro organizzato dall’Associazione ambientalista Amici della Terra per ribadire il proprio No “alle normative penalizzanti l’ambiente e il buon senso”. Nel dettaglio l’evento, a cui hanno preso parte Sergio Gatteschi, Presidente degli Amici della Terra Toscana, Walter Righini, Presidente della FIPER (Federazione Italiana di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili) e Livio Giannotti, Amministratore delegato di Quadrifoglio S.p.A, è servito per discutere delle norme vigenti in materia di gestione dei rifiuti legnosi provenienti dagli alberi dei parchi, dei giardini e dei cimiteri.

Anche se “biologicamente” uguali a quelli provenienti da foreste e terreni coltivati, questa tipologia di scarti, secondo il decreto legislativo n. 152/2006, è difatti classificata, – ai sensi dell’articolo 184 del decreto stesso – come rifiuto urbano. E come tale pertanto è trattato. Si tratta però, fa notare l’associazione di materiale vegetale, che può facilmente essere impiegato in selvicoltura o per la produzione elettrica. Il “NO” presentato oggi nei confronti di quella che viene definita una legge così “contraddittoria” si appoggia su solidi radici; l’errata classificazione dei tronchi recisi o rami caduti, nonché del legname proveniente dalle potature delle aree verdi urbane, comporta per i cittadini spese al posto dei possibili benefici. In altre parole, smaltire il legno in discarica vuol dire costringere la collettività “a pagare un costo e rinunciando, allo stesso tempo, ad una importante risorsa”. E come se non bastasse la normativa prevede pene severe nei confronti di chi decidesse di trasportarli e impiegarli nel riscaldamento,  rischiando da tre mesi fino addirittura ad un anno di carcere.

Fiper, più volte intervenuta sulla questione, è tornata oggi  a ricordare come il potenziale di approvvigionamento delle potature del verde urbano sia “immenso”; spiega Righini “Secondo l’ultimo studio Fiper, in 801 comuni alpini e appenninici (zone climatiche E-F) ci sarebbero le condizioni per avviare centrali di teleriscaldamento a biomassa. In questi giorni di “freddo siberiano”, l’impiego di questa tecnologia e combustibile, permetterebbe in questi comuni di raggiungere la completa autonomia dal gas e riscaldare i propri cittadini avvalendosi delle risorse locali”. Dalla giornata sono uscite due precise richieste nei confronti del ministro dell’Ambiente Corrado Clini affinché:

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