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Amianto: l’Italia deve liberarsene

(Rinnovabili.it) – Precisi impegni di finanziamento, sorveglianza sanitaria, ricerca, risarcimento e interventi concreti di risarcimento. È quello che chiedono le associazioni delle vittime, degli ex esposti e ambientaliste per liberare l’Italia dall’amianto, il tema discusso stamani nell’ambito di un incontro preparatorio alla Conferenza governativa sull’amianto, che il Ministero della Salute ha organizzato a Venezia nelle giornate di domani e dopo domani. A venti anni dalla sua messa al bando, il nostro Paese deve ancora fare i conti con l’amianto e i dati sono tutt’altro che confortanti: 34.148 siti da bonificare, 32 milioni le tonnellate di materiale sparse un po’ ovunque e oltre 2.000 le vittime stimate ogni anno. Una vera e propria carneficina, oltre che un disastro ambientale.

 

Oltre a una capillare diffusione su tutto il territorio, dovuta all’estrema versatilità di impiego, l’amianto continua a essere estratto (si tratta di rocce, come le pietre verdi o le ofioliti) nonostante il divieto del 1992, sapientemente raggirato con un decreto ministeriale nel 1996. A ciò va ad aggiungersi la lentezza delle operazioni di bonifica, dapprima incentivate con il IV Conto Energia (grazie al quale sono stati bonificati oltre 25 milioni di mq di eternit) poi dimenticate dal V, e il problema dello smaltimento e l’assenza di discariche dedicate. Da qui, le proposte di tutti i gruppi di interesse, avanzate con la speranza che dopo la Conferenza di Venezia vengano tradotti in concreti atti normativi: prevenzione, chiusura di tutte le attività di estrazione di materiali contenenti amianto, sorveglianza sanitaria ed epidemiologica, ricerca clinica, risarcimento alle vittime garantito e misure previdenziali.

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