(Rinnovabili.it) – Terra di forti contraddizioni, contrasti e tensioni politiche, l’America Latina è alla testa di una nuova rivoluzione, questa volta di portata globale. Secondo un rapporto dell’Agenzia ambientale dell’ONU (UNEP), potrebbe essere la prima macroarea del mondo a zero emissioni. I Paesi che compongono la parte centro-meridionale del continente americano, infatti, secondo gli analisti hanno avviato per tempo il percorso di transizione verso le energie pulite. In particolare, Brasile, Uruguay e Nicaragua, con in testa il Costa Rica. Quest’ultimo, per buona parte del 2015 si è alimentato solamente tramite energie rinnovabili.
«Anche se l’America Latina e i Caraibi contano soltanto per il 10% delle emissioni globali – spiega l’UNEP in un comunicato – la regione è in prima linea negli sforzi per affrontare i cambiamenti climatici. Con ambiziose e mirate politiche può abbattere le proprie emissioni fino allo zero».
Il rapporto spiega che potrebbero bastare interventi in quattro settori (produzione di energia elettrica, trasporti, uso del suolo e industria) che rappresentano il 90% delle emissioni di gas serra della regione, per azzerare le emissioni di carbonio di tutta la regione in meno di 34 anni.
«Questo rapporto indica che è possibile per ottenere l’eliminazione totale delle emissioni di gas a effetto serra in America Latina e nei Caraibi, con azioni concrete e coraggiose che possono migliorare notevolmente la qualità della vita delle persone», ha dichiarato Leo Heileman, direttore e rappresentante regionale dell’UNEP.
Secondo l’analisi, dal 2013 ad oggi, in Paesi come Brasile e Uruguay tutti gli appalti per centrali elettriche sono andati ad aziende del fotovoltaico e dell’eolico. L’America Latina, dicono gli analisti, ha un potenziale nelle rinnovabili che supera di 5 volte la domanda globale.
La chiave per liberare questo grande potenziale è una decarbonizzazione del settore energetico, una vasta elettrificazione del settore trasportistico, l’azzeramento della deforestazione (piaga storica di quest’area di mondo) e il risanamento delle foreste.
«Questo potrebbe sembrare uno sforzo titanico per una regione in via di sviluppo – ammette l’UNEP – Tuttavia, le conseguenze dell’inazione sui cambiamenti climatici potrebbero essere molto più costose. Il rapporto stima che entro il 2050 le economie dell’America Latina e dei Caraibi dovranno pagare 100 miliardi di dollari per gli effetti legati ai cambiamenti climatici come il degrado delle barriere coralline, lo scioglimento dei ghiacciai o la perdita di produttività agricola».