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Ambiente Italia 2013, oltre la crisi c’è la green economy

Disuguaglianza, disoccupazione, dissesto idrogeologico, illegalità ambientale, ma anche rinnovabili, differenziata e pratiche low carbon. Questa è l’Italia di oggi

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Credit: Philippe Put (CC BY 2.0)

 

(Rinnovabili.it) – Lo stato di salute dell’ambiente e della società italiana torna nelle pagine di Ambiente Italia 2013, l’ultima edizione del rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con l’Istituto Ambiente Italia. Nel nuovo quadro che emerge dall’analisi statistica emerge un Paese con tanti, forse troppi, conti in sospeso. Dallo smog alla criminalità, dalla gestione dei rifiuti al dissesto idrogeologico, dalla disoccupazione alle disuguaglianze sociali, sono molti i punti critici emersi dallo studio degli 8 indicatori quantitativi dell’Agenda Europa 2020.

“L’Italia – ha dichiarato Duccio Bianchi, dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia – mostra una forte debolezza rispetto a molte altre società europee soprattutto sul fronte dell’inclusione sociale e della costruzione di una “economia della conoscenza” fondata sull’innovazione tecnologica e scientifica. Ma anche una (inattesa) opportunità sotto il profilo ambientale. Noto – e peggiorato – risulta il gap con gli altri paesi nella spesa in ricerca e sviluppo e nella presenza di industrie e servizi ad alto contenuto tecnologico”.

L’analisi di Ambiente Italia 2013

Vediamo l’andamento nei vari settori specifici. Per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, il rapporto stima una riduzione delle emissioni di CO2eq del 5% rispetto al livello 1990, non abbastanza per far scendere l’Italia dal quarto posto della classifica dei grandi inquinatori europei. A incidere sulla quota totale è soprattutto la produzione energetica (31% del totale delle emissioni climalteranti italiane), seguita a poca distanza dai trasporti (27%). Ad incidere in quest’ultimo caso è soprattutto l’abitudine a rinunciare mal volentieri all’uso del mezzo privato, con oltre 60 auto ogni 100 abitanti e percorrenze automobilistiche superiori alla media europea. Buone nuove arrivano però dal comparto due ruote: nel 2011 infatti, per la prima volta, le vendite di biciclette nuove hanno superato in Italia le immatricolazioni di nuove auto.

Sul fronte energetico, nel 2012 è proseguita la discesa dei consumi energetici nazionali, anche a causa della crisi economica e delle condizioni meteorologiche; nonostante il petrolio resti la principale fonte (37,5%), nel bilancio energetico nazionale cresce la produzione da fonti rinnovabili, “quasi raddoppiata rispetto a 10 anni orsono”. Nella produzione elettrica nazionale, al 2012 le fonti rinnovabili valgono per il 28% della produzione e sono ancora in rapidissima crescita la produzione eolica (+34%) e quella fotovoltaica (+72%).

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.