Tante le iniziative lanciate a favore della green economy, poco dettagliate le ricette con cui raggiungere questi obiettivi
(Rinnovabili.it) – “Ambiente, green economy e rifiuti zero”, è il titolo del quarto capitolo del Contratto per il governo del cambiamento appena sfornato dal Movimento Cinque Stelle e dalla Lega. “Uomo e ambiente sono facce della stessa medaglia. Chi non rispetta l’ambiente non rispetta sé stesso”, recita così in apertura il testo che passa in rassegna buone pratiche di green economy da applicare in Italia, senza però entrare nel dettaglio né sulle modalità, né sulle risorse economiche attraverso cui realizzare questa parte di programma. “Il nostro compito è quello di sostenere la “green-economy”, la ricerca, l’innovazione e la formazione per lo sviluppo del lavoro ecologico e per la rinascita della competitività del nostro sistema industriale, con l’obiettivo di “decarbonizzare” e “defossilizzare” produzione e finanza e promuovendo l’economia circolare”, si legge nel contratto che gli iscritti del Movimento Cinque Stelle potranno votare sulla piattaforma Rousseau fino alle 20 di oggi, 18 maggio, e che nel fine settimana anche la Lega sottoporrà al voto nei propri gazebo.
Parola chiave è economia circolare e in questo senso, si legge nel contratto, è “necessario armonizzare i rapporti tra lo Stato e le Pubbliche Amministrazioni”. L’economia circolare deve dunque prendere il posto dell’economia lineare, in base alla quale un bene, alla fine del suo ciclo utile di vita cessa di essere rifiuto, non viene gettato ma viene destinato ad altri usi. “A tal proposito il sistema di economia circolare di riferimento è quello oggi adottato dal servizio pubblico della provincia di Treviso, studiato in tutto il mondo”. Citati anche i sistemi di “beni e fiscalità premianti per chi produce beni riciclabili e riutilizzabili”. Tra gli strumenti di cui si parla ci sono la raccolta con tariffazione puntuale, i centri di riuso, la gestione dei rifiuti a filiera corta e le sperimentazioni sul ciclo vita di impianti a biometano.
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Si parla di azioni di bonifica dell’amianto, prima di passare alla parte dedicata alle zone colpite dal terremoto. Qui si parla della conclusione della fase di stato di emergenza per le zone interessate da eventi sismici, affinché si possano creare le condizioni per un rilancio economico. C’è spazio anche per la lotta al consumo di suolo e per il sostegno alla rigenerazioe urbana, così come per il rilancio degli edifici capaci di autoprodurre energia che “rappresentano la sfida del futuro”.
“Per contrastare il rischio idrogeologico sono necessarie azioni di prevenzione che comportino interventi diffusi di manutenzione ordinaria e straordinaria del suolo su aree ad alto rischio, oltre ad una necessaria attuazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico”. Sul contrasto al cambiamento climatico la ricetta è piuttosto vaga, si va da “interventi per accelerare la transizione alla produzione energetica rinnovabile e spingere sul risparmio e l’efficienza energetica in tutti i settori”. Nel contratto di governo si fa riferimento anche all’Ilva di Taranto: “Ci impegniamo, dopo più di trent’anni, a concretizzare i criteri di salvaguardia ambientale, secondo i migliori standard mondiali a tutela della salute dei cittadini del comprensorio di Taranto”, mentre per quanto riguarda la prevenzione di eventuali sanzioni da parte dell’Unione europea in materie ambientali si prevedono misure “volte all’adeguamento degli standard di contrasto all’inquinamento atmosferico secondo le norme in vigore”.