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Allarme rifiuti, Roma è solo la punta dell’iceberg

Allarme rifiuti
Foto di Pasi Mäenpää da Pixabay

L’Ordine dei medici lancia l’allarme rifiuti e punta il dito contro la carenza di impianti

 

(Rinnovabili.it) – L’Ordine dei Medici di Roma e provincia lancia un nuovo allarme rifiuti paventando una possibile emergenza sanitaria. Se, lo scorso luglio, Antonio Magi (presidente dell’OMR) si era dichiarato preoccupato a causa dell’esplosiva combinazione di cumuli di spazzatura abbandonata intorno ai cassonetti strapieni e il caldo eccezionale dell’estate romana, questa volta a destare timore sono le condizioni in cui versa Ama, la società dei rifiuti di Roma, travolta dall’ennesimo caso di dimissioni del Consiglio di amministrazione.

Le motivazioni del Cda di Ama, inoltre, non lasciano sperare in un futuro migliore, denunciando come principale causa dell’abbandono della poltrona la mancanza di una concreta collaborazione con Roma Capitale. L’OMR, dunque, ritiene che il terremoto della società romana possa tradursi in ulteriori cumuli di immondizia, specie vicino alle scuole, agli ospedali e nei luoghi pubblici.

 

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Ma non solo. Il commiato di Luisa Melara (ex presidente del Cda di Ama) va a braccetto con una profonda instabilità nella gestione dei rifiuti dovuta principalmente alla perenne mancanza di impianti. In un’audizione parlamentare dello scorso giugno organizzata dalla Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, il direttore di Arpa Lazio, Marco Lupo, ha dichiarato che circa 1 milione di tonnellate di rifiuti escono dalla capitale facendo affidamento sull’accoglienza delle Regioni limitrofe, pronte a gestire i residui romani.

Quello romano, tuttavia, è solo il caso più eclatante dell’allarme rifiuti, ma non rappresenta un’eccezione. Infatti, la “migrazione” degli scarti è prassi consolidata nel nostro paese. A metterlo in luce è il rapporto L’Italia del riciclo, della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, secondo cui in un solo anno (2016) i rifiuti italiani hanno percorso complessivamente sul territorio nazionale 1,2 miliardi di km, mettendo in movimento circa 321.400 veicoli. Altri 33.700 veicoli sono invece stati impegnati nel trasporto transfrontaliero, esportando per la maggior parte ceneri e scarti del trattamento di rifiuti in plastica.

 

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La questione dell’allarme rifiuti, tuttavia, non è di semplice risoluzione. Infatti, a fronte dei costi ambientali legati, ad esempio, alle emissioni del trasporto, bisogna anche fare i conti con la l’opposizione che i nuovi impianti di trasformazione e smaltimento incontrano a livello locale da parte di comitati e attori politici.

Date le condizioni in cui versa la Capitale, l’Ordine dei medici di Roma e provincia ha dichiarato la sua volontà nel monitorare da vicino la situazione, mettendo sul tavolo la sua disponibilità a collaborare con il nuovo Cda di Ama per trovare una soluzione all’allarme rifiuti nel minor tempo possibile.

 

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