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Allarme alghe tossiche sulle coste italiane e in mare

A lanciarlo è Società Italiana di Tossicologia (Sitox). Evitare macchie rosso-brune stando almeno a 100 metri dalla riva.

alghe tossiche
credit: NOAA Great Lakes Environmental Research Laboratory (CC BY-SA 2.0)

Le alghe tossiche possono causare febbre alta, dermatite, congiuntivite, tosse, nausea e problemi respiratori

(Rinnovabili.it)- Attenzione alle alghe tossiche che quest’anno stanno infestando le coste di mezza Italia. L’allarme è stato lanciato dalla Società Italiana di Tossicologia (Sitox) che ha inquadrato il fenomeno all’interno delle conseguenze del cambiamento climatico. “Da quando la tropicalizzazione del clima favorisce il fiorire di alghe bentoniche che producono tossine anche alle nostre latitudini”. Il pericolo di intossicazione c’è poiché questo tipo di alga molto spesso non è visibile ad occhio nudo, si finisce quindi per “inalare queste tossine quando ci si bagna e/o ci si espone all’aerosol marino, costituito dalla miriade di goccioline d’acqua sospese in aria, generato dalle onde che si infrangono sulla riva”, spiega la Sitox.

 

Le coste genovesi e quelle tirreniche del Lazio sarebbero quelle interessate al fenomeno, mentre per quanto riguarda le acque si deve citare l’Emilia Romagna, le acque ioniche e dell’Alta Toscana, la Sicilia, la Puglia, il mare di Gaeta e l’Alto Adriatico. Quando queste alghe prolificano costituiscono una “una massa ben riconoscibile, che in mare si identifica con chiazze bruno-rossastre”. Se quindi sulla riva o in mare si avvistano queste macchie di colore, “è bene stare lontani almeno 100 metri dalla riva”, avverte la Sitox. L’intossicazione da alghe può manifestarsi con febbre alta oltre i 38 gradi, congiuntiviti, rinorrea, tosse, problemi respiratori, dermatiti da contatto, in qualche caso anche nausea e vomito. Bisogna ricordare che alcuni abitanti marini come ricci, molluschi e in particolar modo i mitili, sono in grado di filtrare tutto ciò che si trova nelle acque, accumulando le tossine del mare. Per questo è bene evitare la raccolta di cozze e ricci. “In tali condizioni – ricorda la Sitox –  è possibile inalare queste tossine quando ci si bagna o ci si espone all’aerosol marino, costituito dalla miriade di goccioline d’acqua sospese in aria, generato dalle onde che si infrangono sulla riva. La cronaca ricorda già un evento di questo tipo nel 2005, circa duecento persone nelle località intorno a Genova rimasero intossicate”.