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Action Plan for nature, il Piano UE per salvare la biodiversità  

Action Plan for nature

Action Plan for nature

 

(Rinnovabili.it) – Quindici azioni da realizzare entro il 2019 per migliorare rapidamente l’attuazione delle principali direttive comunitarie in materia di protezione del patrimonio naturale. A presentarle è oggi la Commissione Europea con l’adozione dell’Action Plan for nature, people and economy. Si tratta di un nuovo pacchetto di misure creato per aumentare gli sforzi di tutela degli ecosistemi e della biodiversità europei, conciliando questi due aspetti con la crescita economica.

 

Direttive Uccelli e Habitat, come migliorarle?

Il punto di partenza sono le due direttive Uccelli (1979) e Habitat (1992), considerate la pietra angolare della politica comunitaria sulla biodiversità. Insieme stabiliscono la più grande rete coordinata di aree naturali protette al mondo. Coprono oltre il 18 per cento del territorio e il 6 per cento delle acque dell’Unione europea. Fornendo servizi ecosistemici quali lo stoccaggio del carbonio, la purificazione dell’acqua, l’impollinazione e un importante richiamo turistico, queste aree protette da sole contribuiscono al PIL europeo in percentuali comprese tra l’1,7 e il 2,5 per cento. “Abbiamo condotto un esame approfondito su queste direttive – ha affermato Frans Timmermans, Primo vicepresidente della Commissione europea – concludendo che rappresentano lo strumento idoneo allo scopo. Ora ci stiamo assicurando che raggiungano il loro pieno potenziale”.

 

Action Plan for nature, nuovi fondi e investimenti

L’Action Plan for nature dà indicazioni per affrontare importanti lacune nell’implementazione della normativa impostando 15 azioni da realizzare nei prossimi due anni su alcuni settori prioritari. Si parte con l’aiutare gli Stati membri a garantire l’effettiva applicazione della legislazione e raccogliere i benefici economici associati. La Commissione europea intende aggiornare, sviluppare e promuovere attivamente le linee guida sulle procedure per le licenze nei siti protetti con indicazioni specifiche specifiche per alcuni settori come l’eolico, l’idroelettrico e l’acquacoltura.

 

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Il piano prevede anche di rafforzare gli investimenti nella rete Natura 2000 (il più grande network di aree protette) e migliorare l’uso dei fondi europei che attualmente coprono appena il 20% del budget necessario. Contestualmente propone di aumentare del 10% del bilancio del programma Life dedicato ai progetti per la conservazione della natura e della biodiversità e di stimolare gli investimenti del settore privato.

 

Le lacune da colmare per proteggere la biodiversità

Misure che, per alcuni degli osservatori più attenti, sono ancora lontane dall’obiettivo finale. Come spiega Andreas Baumuller, del WWF EPO (European Policy office) “è necessario prevedere un sostanziale incremento dei fondi per questo Action Plan, altrimenti l’obiettivo di salvare la natura europea minacciata resterà sulla carta”.

Sembra inoltre che non tutte le attuali lacune della politica UE saranno colmate dal Piano d’Azione. La Commissione Europea ha mancato, ad esempio, di presentare le azioni specifiche per affrontare le cause della perdita di biodiversità, come agricoltura, energia e trasporti. Grave inoltre – fa ancora notare il WWF – l’assenza di una strategia per fermare il declino degli impollinatori come le api e un impegno a realizzare una Rete Trans-Europea di infrastrutture verdi (TEN-G) per supportare progetti di recupero e rinaturazione su larga scala.

 

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