In occasione della conferenza sulle acque di Vienna, che si apre oggi, il WWF sollecita gli Stati membri a rafforzare i propri impegni a tutela della risorsa idrica
Soltanto il 40% delle acque europee risulta attualmente in salute
(Rinnovabili.it) – L’attuale legislazione in materia di acque è ambiziosa ed efficace, ma ci sarebbero tentativi di indebolirla da parte degli Stati membri dell’Unione Europea. In occasione della Conferenza Europea sulle acque, che si apre oggi a Vienna, il WWF sollecita un impegno maggiore a tutela della risorsa idrica per raggiungere l’obiettivo al 2027, anno in cui dovranno essere garantite buone condizioni ecologiche della risorsa idrica per tutte le acque europee. Un obiettivo che secondo il WWF dovrà essere raggiunto attraverso Piani di gestione efficaci a livello di bacino, maggiori investimenti e minor uso delle deroghe, ma che sembra ad oggi piuttosto lontano considerando che solo il 40% delle acque UE risulta attualmente in salute e che basterebbe un semplice emendamento alla Direttiva Quadro Acque per consentire agli Stati membri di eludere facilmente il loro obbligo.
“Un indebolimento della normativa comunitaria – ha detto Martina Mlinaric, Senior Policy Officer presso l’European Policy Office del WWF – sarebbe una dichiarazione di bancarotta della politica ambientale europea. Avendo mancato l’obiettivo originario di portare tutte le acque europee in buona salute entro il 2015, gli Stati membri ora percepiscono la pressione, ma invece di raddoppiare i loro sforzi, molti governi stanno ora disperatamente cercando una via d’uscita dagli impegni assunti, usando l’escamotage del processo di controllo di idoneità”. Il messaggio che il WWF rivolge a Stati Membri e Commissione Europea è una parola d’ordine: “riportare la vita nei fiumi, nei laghi e nelle zone umide d’Europa, difendere la legge europea sull’acqua”.
Anche l’Italia in quanto Stato membro deve fare la sua parte. Stando a quanto riferito dal Responsabile Acque del WWF Italia, Andrea Agapito, il Ministero dell’Ambiente si è assunto pienamente le proprie responsabilità in materia di tutela dei corsi d’acqua, richiamando a sé le competenze sul rischio idrogeologico. “Ora ci aspettiamo – ha detto Agapito – che si schieri con i Paesi che chiedono la piena attuazione della Direttiva Quadro Acque. In questa occasione chiediamo al nostro Paese di confermare l’obiettivo del raggiungimento entro il 2027 del buono stato ecologico delle acque e di dichiarare come ha intenzione di colmare i suoi ritardi sulla mancata depurazione delle acque e sulla governance dei bacini idrografici, che hanno portato rispettivamente all’apertura di una procedura d’infrazione e a diverse istruttorie da parte della Commissione Europea”.