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Acque reflue: l’industria alimentare diventa più sostenibile

acque reflue(Rinnovabili.it) – La maggior parte delle industrie del settore alimentare produce acque reflue ad alto contenuto di grassi e oli. Per contenere l’inquinamento che questi scarichi possono determinare spesso vengono utilizzati reagenti chimici che non fanno altro che peggiorare la situazione. Per risolvere questo problema e sgrassare le acque di scarico in maniera sostenibile un gruppo di ricercatori sperimenterà una nuova tecnologia in grado di ripulirle e contemporaneamente dare nuovo valore al grasso e agli oli recuperati. Per dimostrare la validità dell’innovazione, cinque partner spagnoli hanno avviato il progetto LIFE + WOGAnMBR (Sviluppo e dimostrazione dell’AnMBR per il trattamento ed il recupero delle acque residue complesse dell’industria alimentare).

 

Il progetto, guidato dal Grupo Biotecnología Industrial y Medioambiental (BIOIND) della Università di Burgos, ha un budget di circa 1,23 milioni di euro e un contributo dell’Unione europea di 616 mila euro da impiegare in un periodo di 36 mesi.

Come specificato dal direttore della Ricerca Rubén Gallo, il progetto mira ad “utilizzare, dimostrare e ottimizzare la tecnologia dei bioreattori anaerobici a membrana (AnMBR) per il trattamento dei reflui ad alto contenuto di grassi e oli, un’applicazione nuova” ha chiarito Gallo concludendo che si tratta di riuscire a “superare i problemi dei metodi di trattamento tradizionali, eliminando i reagenti chimici che utilizzano” e, in secondo luogo, produrre biogas tramite la fermentazione dei fanghi, un biogas che potrebbe essere utilizzato come fonte di energia unendo, per esempio, un impianto di cogenerazione nello stesso sito”.

 

L’obiettivo finale, sottolinea Gallo “è quello di ridurre i rifiuti prodotti, ottenere acqua confacente i parametri di scarico e sfruttare il biogas generato nel processo dal punto di vista energetico” concludendo che si prevede di diminuire di oltre il 90 per cento la produzione di fanghi e il recupero di olio residuo e di grasso dalla produzione di biogas minimizzando l’impatto delle emissioni di anidride carbonica di queste aziende.

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