di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Valore acqua per l’Italia è il Libro Bianco presentato da European House Ambrosetti in un incontro estremamente puntuale e interessante. Colpisce subito una cosa: tanto l’acqua è importante per la nostra vita, quanto poco sappiamo di lei. Proprio in Italia, un Paese idrovoro con quasi un quarto del suo territorio a rischio desertificazione.
Con il cambiamento climatico l’acqua non più conosce mezze misure: si va dalle alluvioni alla siccità, in una situazione da allarme rosso, eppure di acqua non si parla abbastanza e soprattutto si tende a rimandare decisioni che sarebbero urgenti.
Basta pensare agli acquedotti italiani, vecchi e ridotti a colabrodo, che perdono quasi la metà di quello che portano.
L’acqua è dappertutto, eppure non la conosciamo
L’acqua è dappertutto, siamo fatti per il 65% di acqua, eppure non la conosciamo, ha detto Edoardo Borgomeo, esploratore del mare, nel suo coinvolgente intervento.
Ha colpito sentirgli dire che è bastata una generazione per rovinare il mare: una volta paradiso incontaminato, ricco di pesci e di vita, oggi non c’è quasi più niente. Anzi, al posto dei pesci c’è la plastica.
Il mare è un patrimonio di tutti che tutti hanno depredato senza scrupoli. Secondo la FAO, l’80% dei pesci è a rischio di estinzione, e la pesca a strascico finisce di distrugge quello che è rimasto.
Si parla di api, di aria, di deforestazione, ma di mare non parla nessuno: una specie di Cenerentola ambientale che desta poco interesse. Eppure è il polmone blu del Pianeta: se muore il mare, muore il Pianeta. Dall’acqua dipende il nostro futuro, preservarla è «il più bel regalo che possiamo fare ai nostri figli».
L’acqua del rubinetto è ottima, ma la gente non si fida
L’acqua dei nostri rubinetti è ottima, eppure la beve solo una persona su tre, le altre la acquistano nelle bottiglie di plastica. È uno dei suoi paradossi, basta pensare che ci sono Paesi costretti a dissalare l’acqua del mare con costi altissimi.
Sarebbe ora di ripensare agli investimenti nel settore idrico e dare un prezzo all’acqua, come ha affermato Edoardo Borgomeo (Water Resources Management Specialist, World Bank Group), e soprattutto bisognerebbe comunicare l’acqua e il suo valore.
A Singapore si ricicla il 50% delle acque reflue, l’acqua piovana si raccoglie e si depura, esiste addirittura il marchio new water che contraddistingue l’acqua riciclata.
La Terra ha la febbre
Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italia, va subito al sodo e ci mette davanti a dati incontrovertibili. In Antartide è stato superato un record: invece di -50° (normale in questa stagione) si sta a -11°. Come evidenzia l’ultimo rapporto IPCC, la temperatura sta aumentando; 1,2° in più nell’ultimo secolo, come se la Terra avesse 38 di febbre.
Le estati si stanno riscaldando, e le temperature tropicali arrivano anche in Italia. I grandi ghiacciai hanno perso il 60% di ghiaccio (che era un bacino idrico di riserva), quelli piccoli si sono estinti. La pioggia annuale non è tanto diminuita in 200 anni, ma è variata la sua distribuzione, fatta di precipitazioni violente.
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Tra 15 giorni l’agricoltura comincerà a chiedere acqua, ma il Po è ai minimi e cala l’acqua anche in falda, scenari che saranno sempre più frequenti. I modelli di simulazione del clima hanno un valore fondamentale, 50 anni fa avevano compreso quello che sta succedendo oggi.
Poiché il futuro sarà sempre più asciutto, con estati lunghe e inverni brevi, Mercalli invita a mettere in atto piano di resilienza idraulica e idrologica. Altrimenti nel 2100 Torino sarà come Karachi. Inoltre, l’innalzamento del livello del mare comporta l’erosione delle fasce costiere e la salinizzazione delle falde idriche, con riflessi gravi anche sull’agricoltura.
Valore acqua per l’Italia: le opinioni errate
Come sottolinea Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House-Ambrosetti, non è più rimandabile un serio dibattito sull’acqua, sottoposta a una pressione senza precedenti.
La nostra acqua è la meno cara (a Berlino costa dieci volte più che a Milano, che però ne consuma il doppio) ma in Europa siamo al secondo posto per il consumo: siamo più puliti di tutti o siamo solo più spreconi?
Il fatto è che i cittadini hanno scarsa consapevolezza del valore dell’acqua: ritengono di pagarla troppo cara, anche se è vero il contrario, e bevono la minerale perché non si fidano di quella del rubinetto.
Un dato tra i tanti fa riflettere: la filiera dell’acqua genera 17% del Pil, promuove innovazione e competenze sui territori e vale quanto il fashion system con un impatto positivo sull’occupazione.
Un punto sul quale tutti gli intervenuti alla presentazione di Valore acqua per l’Italia è che per cambiare le cose occorrono sì le riforme, ma occorre soprattutto abbattere il muro della burocrazia che a furia di autorizzazioni, permessi, revisioni e ritardi impedisce qualunque innovazione.
Digitalizzare le reti idriche
Benedetta Brioschi (responsabile Scenario Food&Retail&Sustainability e Project Leader della Community Valore Acqua per l’Italia, The European House-Ambrosetti) ha spiegato il concetto di circular water.
Evitare il prelievo di nuova risorsa, recuperare, rimettere in circolo è fondamentale, recuperare acqua piovana e far tornare in circolo quelle usate, fare dell’acqua materia prima seconda (fanghi di depurazione).
Più di 1 milione e mezzo di persone vivono in comuni del Sud senza impianti di depurazioni: per questo paghiamo pure le infrazioni europee, cifre che potrebbero essere investite in infrastrutture.
Sicuramente non è più rimandabile la trasformazione digitale delle reti idriche (il gap tra Nord e Sud è ancora forte), ma se gli iter autorizzativi non si abbreviano scadranno anche i tempi del PNRR.
Scelte strategiche e ostacoli burocratici
Anche Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, spinge per l’innovazione, è disponibile all’uso di biogas, biometano e delle acque reflue, ma occorre una certificazione per evitare contestazioni a posteriori. Con digitalizzazione e innovazione l’agricoltura ha fatto enormi passi avanti: consuma meno acqua, meno fertilizzanti, meno pesticidi.
Incredibile, tuttavia, risparmiare acqua che poi viene dispersa dalle reti obsolete. Una delle proposte di Coldiretti, tra l’altro, è quella di creare degli invasi di raccolta per l’acqua piovana. Prandini sottolinea il valore sociale del cibo, come ci hanno brutalmente insegnato la pandemia e la guerra: «dobbiamo essere autonomi come capacità produttiva per il consumo interno e per le esportazioni».
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Certe scelte strategiche, come quelle che riguardano l’acqua, per essere efficienti richiedono una Pubblica Amministrazione agile: è una partita da giocare insieme.
E, perché no, cominciamo a giocarla già nelle scuole e nelle università.