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Italia, paese di innovatori nelle tecnologie dell’acqua

Tecnologie dell’acqua: l’Italia è tra i migliori in Europa
Foto di Jordan McDonald su Unsplash

Negli ultimi 30 anni, l’Italia ha ottenuto il 3% dei brevetti mondiali sulle tecnologie dell’acqua

L’Italia è tra i primi paesi europei per numero di brevetti sulle tecnologie dell’acqua, il 3% del totale mondiale. Dal trattamento delle acque reflue all’impiego efficiente della risorsa, dalla protezione contro eventi estremi legati all’acqua alla potabilizzazione, alla prevenzione della contaminazione delle acque superficiali. A differenza di molti altri, l’innovazione made in Italy passa da una pletora di piccole e medie imprese, mentre paesi come Germania e Francia devono la loro posizione soprattutto all’attività di giganti come Veolia, Suez, Siemens e BASF (tutti tra i primi 15 al mondo per brevetti depositati).

Il Belpaese è anche tra i migliori quanto a livello di specializzazione in questo particolare ambito di innovazione. Se si guarda l’indice RTA – un indicatore del “peso” dei brevetti su tecnologie dell’acqua rispetto ai brevetti totali presentati dal paese – l’Italia ottiene un ottimo 1,5, superiore alla media UE di 1,3. Sono più specializzati soltanto Spagna (che guida con gran distacco, con un RTA pari a 2,3), Austria (1,8) e Finlandia (1,6). La Germania, che pure – da sola – pesa per oltre 1 brevetto su 3 in tutta l’UE, si ferma appena a un RTA pari a 1.

Tecnologie dell’acqua, il dominio dell’Europa

Allargando lo sguardo a livello globale, i dati rilasciati dall’Ufficio europeo dei brevetti (EPO) fanno emergere il ruolo di assoluto primo piano dell’Europa. Il vecchio continente domina il panorama globale con circa il 40% dei brevetti rilasciati tra il 1992 e il 2021 (circa 8.200 in tutto) e aziende e start-up ai primissimi posti in classifica in tutti i settori. Il secondo in classifica, gli Stati Uniti, si ferma al 23% del tutale.

L’Europa è anche l’unico centro di innovazione globale che mostra un livello relativamente elevato di specializzazione nelle tecnologie legate all’acqua. Tutti i principali competitor, ovvero Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Cina, hanno indici RTA inferiori a 1, un valore che indica l’assenza di una vera e propria specializzazione nelle tecnologie dell’acqua.

Gestione efficace della risorsa idrica, una priorità della prossima Commissione UE

Se l’Europa ha guadagnato questa posizione, nota l’EPO, è anche, forse soprattutto, per la spinta decisiva che arriva dalle normative UE e dagli incentivi alla ricerca e sviluppo, ad esempio attraverso il programma Horizon. “Il Green Deal europeo, con la sua Direttiva quadro sulle acque (WFD) e iniziative come il Programma sulla scarsità idrica dell’European Institute of Innovation & Technology, hanno premiato le innovazioni in grado di affrontare la scarsità idrica, l’inquinamento e l’impatto dei cambiamenti climatici”, si legge nel rapporto.

Una tendenza che dovrebbe proseguire nel prossimo futuro. Almeno a giudicare dal discorso programmatico tenuto da Ursula von der Leyen al Parlamento Europeo il 18 luglio, con cui ha guadagnato i 401 voti decisivi per farsi rieleggere alla guida della Commissione UE fino al 2029. Il tema della sicurezza idrica e della tutela di questa risorsa, nelle parole di von der Leyen, si trova all’incrocio tra crisi climatica e protezione della competitività delle imprese europee. Soprattutto di quelle agricole.

“Presenterò un piano per l’agricoltura per affrontare la necessità di adattamento ai cambiamenti climatici e, parallelamente, una strategia per la gestione sostenibile della preziosa risorsa acqua. Da ciò dipende non solo la nostra sicurezza alimentare, ma anche la nostra competitività complessiva”, ha detto l’ex ministra della Difesa tedesca.

Parole che sembrano, in qualche modo, raccogliere le richieste avanzate appena il giorno prima da 21 paesi UE (Italia inclusa) che, tramite i loro ministri dell’Ambiente, hanno chiesto alla Commissione di lavorare a una Strategia europea sulla sicurezza idrica. La lettera, vista in anteprima da Euractiv, chiedeva misure “per garantire la disponibilità e la sicurezza delle forniture idriche” attraverso “soluzioni basate sulla natura” e “finanziamenti adeguati ed efficaci” per le attività di ricerca e innovazione nel settore idrico.

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