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Svizzera, il surriscaldamento dei fiumi alpini minaccia un intero ecosistema

Uno studio ha evidenziato il progressivo surriscaldamento dei fiumi alpini e, parallelamente, la diminuzione della loro portata d’acqua

surriscaldamento dei fiumi
Foto di Jacek_Kak da Pixabay

Neve e ghiaccio non sono più sufficienti a contrastare il processo di surriscaldamento dei fiumi alpini, le cui acque si stanno riscaldano allo stesso ritmo dell’aria circostante

(Rinnovabili.it) – L’acqua originatasi dallo scioglimento di nevai e ghiacciai ha per lungo tempo contrastato il processo di surriscaldamento dei fiumi e dei corsi d’acqua svizzeri, consentendo loro di mantenere una temperatura relativamente bassa durante tutto l’anno. Un “equilibrio” gravemente minacciato, se non addirittura spezzato, dai sempre più intensi picchi di temperatura registrati nella regione durate i periodi estivi. 

Attraverso uno studio pubblicato sulla rivista Hydrology and Earth System Sciences, i ricercatori del Laboratory of Cryospheric Sciences (CRYOS) dell’EPFL, l’Istituto federale svizzero per la ricerca su foreste, neve e paesaggio (WSL), hanno analizzato il surriscaldamento dei fiumi in tutta la Svizzera negli ultimi 40 anni. Utilizzando due set di dati, cioè i record post-1979 di 33 siti di misurazione e quelli post-1999 di 52 siti, gli scienziati hanno osservato un riscaldamento medio di 0,33 ° C per decennio dal 1980 e di 0,37 ° C per decennio negli ultimi 20 anni.

 

Siamo rimasti sorpresi di scoprire che i fiumi svizzeri si stanno riscaldando ad un ritmo per il 95% identico a quello dell’aria circostante“, afferma Adrien Michel, assistente di dottorato presso il laboratorio CRYOS e autore principale dello studio. “Credevamo che l’acqua derivante dallo scioglimento di nevai e ghiacciai, confluendo nei laghi, stesse contrastando l’effetto del riscaldamento atmosferico sull’altopiano svizzero. Ma non è più così”.

Una volta completatosi il processo di fusione di tutti i ghiacciai, tale fenomeno subirà un’ulteriore impennata. I ricercatori hanno infatti osservato  anche una riduzione media del 3% della portata media dei fiumi negli ultimi 40 anni e del 10% negli ultimi due decenni. Se questa tendenza dovesse persistere o peggiorare – cosa assai probabile considerato il continuo e non eterno processo di fusione dei ghiacciai – i picchi di temperatura estiva avranno un impatto sempre crescente sui fiumi e, in generale, su tutti i corsi d’acqua. 

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Michel ritiene che i risultati abbiano importanti implicazioni per le previsioni meteorologiche, le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e il destino di un intero ecosistema, animale e vegetale.  Comunemente – ha spiegatosi ritiene che uno o due gradi di riscaldamento non facciano molta differenza. La verità è che questi ecosistemi non sono abbastanza resistenti per fronteggiare il superamento delle temperature oltre determinate soglie più volte all’anno, soprattutto in estate. In altre parole, il riscaldamento globale – che arriva fino a 2 ° C in inverno e 4 ° C in estate – sta mettendo a dura prova interi ecosistemi”.  

I primi sintomi furono avvertiti nel 2018 quando, per evitarne la morte a causa del surriscaldamento dell’acqua, i conservazionisti svizzeri si videro costretti a “trapiantare” più a monte alcune specie ittiche che abitano i corsi d’acqua. Una soluzione – conclude Michel – dalle conseguenze sconosciute e potenzialmente avverse per l’intero ecosistema alpino. 

 

Lo studio fa parte di Hydro-CH2018, un programma di ricerca finanziato dall’Ufficio federale svizzero dell’ambiente che mira a colmare le lacune nella comprensione degli scienziati sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche in Svizzera. Il team ha sviluppato un modello matematico open source e pubblicato una metodologia dettagliata per facilitare il confronto con altri set di dati.

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