Presentate a Seattle due soluzioni per migliorare la sicurezza idrica globale.
(Rinnovabili.it) – Ieri si è svolta a Seattle la riunione annuale dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS), durante la quale alcuni team di ricercatori della McCormick School of Engineering e del Weinberg College of Arts and Sciences della Northwestern University hanno presentato delle soluzioni high e low-tech per migliorare la sicurezza idrica e fornire nuove informazioni per affrontare questo grave problema globale.
Nello specifico, Julius Lucks, professore di ingegneria chimica alla McCormick School ed esperto a livello internazionale di biologia sintetica, ha sviluppato una nuova piattaforma tecnologica per consentire alle persone in tutto il mondo di monitorare la qualità della loro acqua in modo economico, rapido e semplice. Sera Young, docente di antropologia al Weinberg College, ha presentato invece la Household Water Insecurity Experiences Scale, la prima scala globale equivalente per misurare le esperienze di accesso e uso dell’acqua a livello domestico. La scala HWISE consente confronti tra contesti molto diversi tra loro per quantificare le conseguenze sociali, politiche, sanitarie ed economiche dell’insicurezza idrica domestica.
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Il problema della sicurezza e dell’approvvigionamento idrico sta diventando giorno dopo giorno sempre più impellente. Nel futuro, infatti, non saranno oro e petrolio le risorse più preziose del pianeta, ma l’acqua. Questo perché la crisi climatica farà delle risorse idriche le più importanti risorse naturali nell’ambito dello sviluppo economico mondiale. La conseguenza sarà una crescita notevole dei conflitti e un rapido tracollo della sicurezza idrica, dovuti anche e soprattutto alla sempre maggiore difficoltà di controllare e monitorare in modo diffuso (e quindi democratico) questa risorsa essenziale.
Le possibilità di studiare e analizzare le modalità di accesso all’acqua, dunque, appaio essenziali per affrontare la crisi della sicurezza idrica. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), infatti, circa 2,1 miliardi di persone non godono oggi di modalità sicure di accesso alle risorse idriche e circa 844 milioni non dispongono neanche di basilari servizi relativi all’acqua potabile.
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