Rinnovabili • Siccità in Italia: il Po registra -25% meno del minimo storico Rinnovabili • Siccità in Italia: il Po registra -25% meno del minimo storico

Siccità in Italia, la situazione è decisamente peggiore del 2022

Alla foce il Po ha una portata di 338,38 m3/s, 100 metri cubi sotto la soglia di sicurezza per prevenire il cuneo salino. Osservata speciale la Lombardia: riserve idriche a -58,4% sulla media storica e addirittura -12,55% sul 2022, deficit nivale a -68,8 percento sulla media, -20% sull’anno scorso

Siccità in Italia: il Po registra -25% meno del minimo storico
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Nel 2022, la portata del Po aveva raggiunto i livelli attuali solo il 4 giugno, tra 40 giorni

(Rinnovabili.it) – Continua la serie di record negativi per il Grande Fiume. All’altezza di Pontelagoscuro, verso la foce, il Po ha una portata di 338,38 metri cubi al secondo (m3/s), il 25% meno del minimo storico per il mese di aprile. Un solo dato basta per far intuire quanto si è aggravata la siccità in Italia: questi valori, nel 2022, si erano visti solo attorno al 4 giugno. In pratica, la situazione di siccità in Italia è in anticipo di 40 giorni rispetto al già pesantissimo 2022.

La portata del Po è poi molto al di sotto dei 450 m3/s che sono considerati la soglia minima per evitare il cuneo salino, cioè la risalita delle acque salate dell’Adriatico nel Po e nei suoi affluenti. “L’ingressione salina sta già condizionando un’altra stagione agricola nel delta polesano, i cui bracci sono colmi di acqua marina, inquinando falde e terreni”, sottolinea l’Anbi nel rapporto di monitoraggio periodico.

I numeri aggiornati della siccità in Italia

Anche se il Piemonte è la regione dove il deficit pluviometrico e quello nivale si stanno facendo sentire di più, una spia d’allarme arriva dalla Lombardia. Le sue riserve idriche segnano -58,4% sulla media storica e addirittura -12,55% sul 2022. Il deficit nivale è anche maggiore: manca il 68,8 percento sulla media, -20% sull’anno scorso e -10% rispetto all’(ormai ex) minimo storico.

“Settimana dopo settimana si aggrava la situazione idrica nel Nord Italia con crescenti conseguenze sull’economia e l’ambiente dei territori. Se l’anno scorso, la siccità costò 13 miliardi al sistema Paese, il 2023 si preannuncia peggiore nell’attesa del via operativo a piani e provvedimenti indispensabili per incrementare la resilienza alla crisi climatica”, commenta Francesco Vincenzi, Presidente Anbi.

Una situazione che è destinata a peggiorare ancora e su cui non si interverrà almeno prima dell’inizio dell’estate. Questi sono i tempi stimati per gli interventi più urgenti nel nuovo Decreto siccità presentato di recente dal governo.

Volgendo lo sguardo al resto della penisola, si nota che tutto il Centro e Nord Italia è in fortissimo deficit. Quasi tutti i principali fiumi sono in sofferenza e con portate in calo (con l’eccezione del Tevere). A livello regionale sono l’Abruzzo ha ricevuto pioggia e neve a sufficienza (a marzo le precipitazioni sono state superiori alla media mensile). Migliore la situazione al Sud e nelle isole maggiori, ma con alcuni quadranti ai primi livelli d’allerta.