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La coda lunga della siccità al Nord può compromettere anche il 2023

Siccità al Nord: c’è il rischio che continui anche nel 2023
Il Po nel tratto medio padano. Crediti: Paolo Panni fotoreporter naturalista

La nota dell’Autorità di bacino del Po sulla siccità al Nord

(Rinnovabili.it) – Tutti gli indicatori idro-meteo-climatici sono ancora negativi. Le piogge cadute a inizio ottobre non sono bastate a risollevare una situazione ancora profondamente compromessa. E le temperature decisamente sopra la media aggravano ulteriormente il quadro. La siccità al Nord sta disegnando una “coda lunga” in questa prima metà di autunno, dopo i record storici negativi in primavera ed estate. Una pessima notizia: il rischio è di compromettere anche la prossima annata.

Lo comunica l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po nel consueto aggiornamento sullo stato della crisi idrica nelle regioni settentrionali. I valori delle portate del “grande fiume” ai punti di rilevazione raccontano senza ombre l’entità del deficit idrico. A Piacenza scorrono 297 m3/s a fronte di un valore della media del periodo che dovrebbe invece misurare 770 m3/s. A Cremona va anche peggio: 387 m3/s invece di 961. A Boretto e Borgoforte, tra Reggio e Mantova, la portata del Po si avvicina al 50% della media storica per il periodo. Ma crolla di nuovo verso la foce: a Pontelagoscuro si registrano 498 m3/s invece di 1213.

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Il livello di severità idrica resta quindi “piuttosto alto” ed è a livelli più allarmanti in particolare nelle aree di Piemonte e Lombardia. Qui la “magra estrema non accenna ad attenuarsi”. Quasi tutti i fattori, presenti e dell’immediato futuro, giocano a favore di un prolungamento della siccità al Nord. “Le piogge all’orizzonte sono previste solo in chiusura del mese, mentre le temperature registrate nella prima decade di ottobre risultano al di sopra anche di 2/3 gradi nei valori massimi rispetto alle medie del periodo”, scrive l’Autorità in una nota.

“Oltre a questo va segnalato come il gap idrico accumulato da inizio anno abbia, al contempo, inciso sull’impoverimento delle falde sotterranee che hanno così assorbito quasi tutte le piogge più recenti confermando un generale scenario idrologico – sia del Grande Fiume che quello dei suoi affluenti – assai deficitario”, continua la nota.

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Male anche i laghi alpini. In Lombardia hanno livelli di riempimento “ai minimi storici con altrettanta minima quantità dei flussi di risorsa idrica rilasciata”, in totale 169 ml di m3 invasati contro una media normale di 550. Il lago Maggiore è pieno solo al 19%, quello di Como al 9%, quello d’Iseo-d’Idro all’8%, il lago di Garda al 22%.

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