di Tommaso Tetro
Le criticità del servizio idrico italiano
(Rinnovabili.it) – Il Sud ha bisogno di interventi normativi dedicati al servizio idrico, per superare i ritardi e agganciare il Pnrr. Questo in sintesi il messaggio che l’Arera – l’Authority di regolazione per energia, gas, acqua, e rifiuti – ha inviato nella segnalazione al Parlamento e al governo sulle criticità dei servizi idrici in alcune regioni del Mezzogiorno. Una segnalazione che – viene fatto presente – “si basa sui risultati del monitoraggio semestrale sugli assetti locali del servizio idrico integrato, svolto dalla stessa Autorità attraverso l’analisi delle informazioni trasmesse dagli enti di governo d’ambito e da altri soggetti territorialmente competenti secondo la legislazione regionale”.
Leggi anche L’atlante mondiale dei disastri climatici: occhio all’acqua
In particolare, l’Arera scrive di “intervenire a livello normativo per superare le criticità gestionali del servizio idrico e aumentarne l’efficienza”, soprattutto “nelle regioni meridionali, anche alla luce delle opportunità e dei target fissati nel Pnrr”. Infatti – spiega l’Authority dei servizi pubblici – “permane nel nostro Paese un water service divide: a fronte di un’ampia area, collocata in prevalenza al Nord e al Centro, in cui i servizi, gli investimenti, l’attività legislativa, il funzionamento degli enti di governo e le capacità gestionali degli operatori appaiono in linea con i più elevati obiettivi del settore idrico, persistono situazioni principalmente nel Sud e nelle Isole in cui si perpetuano inefficienze”.
Un quadro che – continua l’Arera – “pur con un completamento del percorso di adesione degli enti locali ai relativi enti di governo d’ambito e con la razionalizzazione del numero degli Ato (oggi 62, erano 71 nel 2015), le criticità ancora presenti evidenziano la necessità di un’azione di riforma per il rafforzamento della governance della gestione del servizio idrico integrato, soprattutto in considerazione del permanere di situazioni di mancato affidamento del servizio in alcune aree del Paese (Molise e Calabria, nonché la parte maggioritaria degli ambiti territoriali di Campania e Sicilia)”.
Leggi anche Nel 2050 3mld di persone saranno senza acqua potabile di qualità
In coerenza con l’obiettivo del Pnrr – e cioè che “nel Mezzogiorno l’evoluzione autoctona del sistema non è percorribile senza un intervento centrale finalizzato alla sua risoluzione” – l’Arera giudica “condizioni necessarie per l’allocazione delle risorse del Pnrr […] la presenza di un ente di governo dell’Ambito pienamente operativo ed il completamento delle procedure di affidamento del servizio ad un gestore integrato”. E’ per questo che l’Authority ha ritenuto “opportuno segnalare al governo e al Parlamento l’utilità di interventi normativi di modifica delle vigenti previsioni legislative per accelerare l’affidamento del servizio idrico integrato”. Tra queste viene ritenuto “necessario prevedere un termine perentorio entro cui concludere i processi di affidamento, un supporto tecnico agli enti territoriali che ne avessero necessità, l’affidamento ad un soggetto societario a controllo pubblico nel caso decorrano i termini previsti, a tutela della continuità di servizio ai cittadini”.