Si tratta del 4° evento in 30 anni, il 2° negli ultimi 10. Probabilmente sarà anche il più intenso, dato che l’area interessata da coral bleaching si sta espandendo dell’1% ogni settimana. Da oltre 400 giorni le temperature superficiali degli oceani globali sono a livelli senza precedenti
Il 54% dei reef mondiali è interessato da sbiancamento dei coralli
Per la quarta volta in 30 anni, le barriere coralline tra gli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano stanno morendo su vasta scala a causa delle temperature elevate delle acque. E questa volta potrebbe essere la peggiore in assoluto. Lo sbiancamento dei coralli a oggi interessa il 54% dei reef globali ma la percentuale sta crescendo dell’1% ogni settimana. Il peggior evento di coral bleaching mondiale registrato finora risale al 2014-2017 e si era fermato al 56%.
Lo rende noto la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti, a poche settimane dal primo annuncio su un possibile coral bleaching di massa. “Dal febbraio 2023 all’aprile 2024, è stato documentato un significativo sbiancamento dei coralli sia nell’emisfero settentrionale che in quello meridionale di ciascun principale bacino oceanico”, ha affermato Derek Manzello, coordinatore dell’unità della NOAA che monitora lo stato di salute delle barriere coralline.
Cos’è lo sbiancamento dei coralli e perché è importante?
Quando la temperatura dell’acqua raggiunge valori molto elevati – tipicamente durante ondate di calore marino prolungate –, i coralli reagiscono allo stress termico liberandosi dei microrganismi che li popolano. Queste alghe zooxantelle, che danno ai reef il loro colore (da qui il termine “sbiancamento”), sono essenziali per procurare il nutrimento ai polipi dei coralli. Più la temperatura rimane su livelli alti, più è probabile che la barriera corallina non riesca a riprendersi dall’evento.
Evento di coral bleaching su scala globale hanno conseguenze ben oltre le regioni più colpite e non solo sui reef. Dalle barriere coralline, infatti, dipendono circa il 25% delle specie marine, tra cui almeno 4.000 specie di pesci. Il collasso dei reef può quindi avere effetti a cascata su altri ecosistemi e portare alla riduzione delle popolazioni di molte specie marine.
Dove sta avvenendo la moria di massa dei coralli?
Dall’inizio del 2023, spiega la NOAA, lo sbiancamento di massa delle barriere coralline è stato ormai confermato in tutte le regioni tropicali. Dalla Florida ai Caraibi, dal Brasile al Pacifico tropicale orientale, dalla Grande Barriera Corallina australiana agli arcipelaghi del Pacifico come Fiji e Vanuatu. Ma anche nel mar Rosso, nel golfo Persico, sulla costa orientale dell’Africa, e su quella occidentale dell’Indonesia.
Il fattore principale dietro questo 4° evento di massa – i precedenti risalgono al 1998 (20% dei coralli mondiali interessato), 2010 (35%) e 2014-2017 (56%) – è la temperatura degli oceani globali, ormai da più di 400 giorni a livelli mai raggiunti in precedenza.
“Mentre gli oceani del mondo continuano a riscaldarsi, lo sbiancamento dei coralli sta diventando sempre più frequente e grave”, continua Manzello. “Quando questi eventi sono sufficientemente gravi o prolungati, possono causare la mortalità dei coralli, danneggiando le persone che dipendono dalle barriere coralline per il loro sostentamento”.