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Quante sono e come sprechiamo le risorse idriche in Italia

Il rapporto di Italy4Climate mette in luce le storture del modello italiano di gestione dell’acqua. L’aumento delle temperature fa la sua parte, ma gli sprechi e i consumi elevatissimi sia per uso agricolo e industriale che per gli usi civili ci mettono agli ultimi posti in Europa

Risorse idriche in Italia: rischiamo -40% senza taglio emissioni
Foto di Robin Ulrich su Unsplash

Siamo il paese con il livello di stress idrico più alto d’Europa

(Rinnovabili.it) – Il Belpaese è ricco di acqua ma clima e incuria rischiano di decimare le risorse idriche in Italia. Oggi possiamo contare su un “tesoretto” di 134 miliardi di metri cubi (il dato medio degli ultimi 30 anni) e siamo il 3° paese in Europa per disponibilità di acqua dopo Francia e Svezia. Ma è un valore che si è già ridotto del 20% in poco più di 100 anni. E nei prossimi decenni l’Italia può perdere un altro 40% con picchi anche del -90% nelle regioni del Sud.

Lo afferma un rapporto di Italy4Climate presentato in questi giorni a Roma che fa il punto sulle risorse idriche in Italia e sull’impatto della crisi climatica. Crisi che prende particolarmente di mira il nostro paese, al centro di quell’hotspot mediterraneo dove i rapporti dell’IPCC prevedono un aumento delle temperature più marcato che in altre regioni. E in effetti in Italia l’anomalia termica supera già i 3°C contro una media globale di poco più di 1,1°C.

Come sprechiamo le risorse idriche in Italia?

Le conseguenze sono di due tipi. Una è facilmente visibile: si tratta degli eventi estremi. Dal 1980 a oggi hanno fatto almeno 90 miliardi di euro di danni in Italia e solo nel 2022 il numero di piogge intense e di grandinate ha superato il valore record di 2000 eventi. In più, come ha mostrato ancora una volta l’alluvione in Romagna di maggio, buona parte del territorio italiano è a rischio allagamento. Vive in queste aree un italiano su cinque.

L’altra conseguenza si sviluppa più lentamente ma ha effetti ugualmente deleteri. Parliamo della progressiva riduzione delle risorse idriche in Italia. A fronte della disponibilità relativamente elevata, siamo anche il paese che detiene il record in Europa per prelievi di acqua con quasi 40 miliardi di m3 l’anno. Un numero che classifica il Belpaese come lo stato a più elevato livello di stress idrico dell’UE.

L’agricoltura è il maggior responsabile: è il 1° settore per consumo di acqua – il 40% del totale – e a livello Europeo sta dietro solo alla Spagna. A paragone con la Francia, l’Italia preleva per l’agricoltura circa 6 volte più acqua. In più, il territorio italiano è quello più esposto in Europa a perdita di suolo fertile. In Italia si concentra il 42% di tutta la superficie agricola europea con elevati livelli di erosione e il 49% delle perdite economiche a causa del calo della produttività.

Poi c’è il capitolo sugli usi civili. Preleviamo tantissime risorse idriche in Italia non solo perché ne disperdiamo oltre il 40% lungo il tragitto tra la presa e il rubinetto, ma anche perché l’utente medio italiano ne consuma più di tutti: 220 litri al giorno per abitante.