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Perché la resilienza delle risorse idriche è una priorità

La resilienza delle risorse idriche in Europa è messa a rischio da inquinamento, sfruttamento e cambiamenti climatici. Senza cambiare stili di vita e sviluppo economico, le risorse idriche e gli ecosistemi europei continueranno a deteriorarsi, accelerati dall’intensificarsi dei cambiamenti climatici

Perché la resilienza delle risorse idriche è una priorità
Foto di Deborah Jackson da Pixabay

Lo stato delle risorse idriche in Europa

La resilienza delle risorse idriche in Europa è messa a rischio da un insieme di fattori: inquinamento, sfruttamento e cambiamenti climatici.

In Europa laghi, fiumi, acque costiere e acque sotterranee sono sottoposti a una pressione fortissima. Impossibile che si raggiungano gli obiettivi di miglioramento dello stato delle acque stabiliti dalle normative UE.

Il rapporto dell’EEA

L’ultimo rapporto dell’EEA (European Environmental Agency, che monitora le condizioni dell’ambiente in Europa) evidenzia le cause del problema: inquinamento, degrado degli habitat, effetti dei cambiamenti climatici, eccessivo sfruttamento delle risorse di acqua dolce.

Europe’s state of water 2024: the need for improved water resilience riguarda oltre 120mila corpi idrici superficiali e 3,8 milioni di km2 di acque sotterranee nell’UE e in Norvegia.

Si basa sui dati comunicati da 19 Stati membri dell’UE, che rappresentano l’85% dei corpi idrici superficiali e l’87% dell’area dei corpi idrici sotterranei dei 27 Stati membri dell’UE.

Il rapporto integra la valutazione (che sarà effettuata dalla Commissione Europea) del terzo piano di gestione dei bacini idrografici e del secondo piano di gestione del rischio di alluvioni che farà il punto sullo stato di attuazione della direttiva quadro sulle acque e della direttiva sulle alluvioni nell’UE.

La pressione dell’agricoltura

Nel corso del XX secolo, l’Europa ha subito profonde trasformazioni sociali ed economiche che hanno avuto un impatto significativo sulle risorse idriche.

La crescita demografica, la rapida industrializzazione, l’intensificazione dell’agricoltura, della produzione di energia, dell’estrazione mineraria, della navigazione e dello sviluppo urbano hanno esercitato pressioni crescenti su fiumi, laghi, acque di transizione, costiere e sotterranee.

Oggi, i cambiamenti climatici hanno aumentato il rischio di stress idrico e di gravi inondazioni, esasperando le pressioni esistenti.

Una gestione più efficiente delle risorse idriche rafforza la resilienza idrica e fa sì che sia disponibile sufficiente acqua di qualità.

Secondo il rapporto l’agricoltura rappresenta la principale fonte di pressione che incide sia sulle acque superficiali che su quelle sotterranee.

Le cause? Elevato consumo di acqua e inquinamento provocato dall’uso intensivo di fertilizzanti e pesticidi, senza contare che la siccità fa aumentare il fabbisogno di acqua.

Le condizioni generali sono deteriorate

I cittadini, l’ambiente e l’economia d dipendono dall’acqua, ma attualmente non è possibile garantire la disponibilità continua di acqua sufficiente e di buona qualità.

I dati forniti dagli Stati membri dell’UE indicano che solo il 37% dei corpi idrici superficiali ha raggiunto uno stato ecologico considerato “buono” o “elevato; solo il 29% di questi corpi idrici presenta uno stato chimico “buono” nel periodo compreso tra il 2015-2021.

Anche se in alcuni casi si è registrato qualche piccolo miglioramento, lo stato generale delle risorse idriche rimane deteriorato.

Nel 2000 la direttiva quadro sulle acque ha rappresentato un’importante revisione nella gestione delle risorse idriche. Tuttavia, i progressi lenti e le pressioni esercitate dalle attività umane, insieme alla crescente intensità degli impatti dei cambiamenti climatici, metteranno in discussione le pratiche di gestione delle risorse idriche consolidate in tutte le regioni europee.

Investire nella resilienza

Saranno necessarie innovazioni, adattamento e trasformazione per costruire la resilienza idrica. A meno che non si verifichino cambiamenti sostanziali negli stili di vita e nello sviluppo economico europei, le risorse idriche e gli ecosistemi europei continueranno a deteriorarsi, accelerati dall’intensificarsi dei cambiamenti climatici.

Siccità e alluvioni hanno costi economici elevati e gli eventi estremi stanno intensificando la violenza e la frequenza. Nel 2023, si sono verificate gravi inondazioni con perdite di vite umane in Italia, Norvegia, Slovenia e lungo la costa mediterranea.

Il bilancio dei danni climatici nel 2021 e 2022 è stato rispettivamente di 44 miliardi e 40 miliardi di euro. In assenza di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, si stima che i danni diretti delle inondazioni aumenteranno di sei volte rispetto alle perdite attuali entro la fine del secolo.

Pertanto ha poco senso obiettare che gli investimenti nella resilienza costano, perché i danni costano molto di più.

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