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Cosa dice sull’acqua il nuovo report IPCC sul clima

Report IPCC sul clima: come cambierà il rischio idrologico
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Alluvioni e siccità, le previsioni del report IPCC sul clima

(Rinnovabili.it) – Già oggi, più di metà della popolazione mondiale (4 miliardi di persone) fanno i conti con una scarsità idrica acuta per almeno un mese l’anno. Negli ultimi 50 anni, il 44% dei disastri climatici ha a che fare con inondazioni e allagamenti. Sono gli effetti più visibili dell’impatto antropico sul ciclo dell’acqua globale. Il nuovo report IPCC sul clima dedica un capitolo a dettagliare come il cambiamento climatico sta stravolgendo la disponibilità d’acqua per l’uomo e gli ecosistemi.

Alluvioni e siccità

Oggi quasi mezzo miliardo di persone vive in zone più umide di quanto sia abituato, dove ogni anno cade una quantità di pioggia che, nei decenni precedenti, cadeva soltanto 1 volta ogni 6 anni. Al contrario, circa 163 milioni di persone vivono in aree insolitamente secche. La quantità di precipitazioni varia in entrambi i sensi. Se molte più persone (circa 700 mln) oggi vivono in aree dove la pioggia è aumentata, non diminuita, è altrettanto acclarato che la stessa quantità di persone deve fare i conti con periodi secchi molto più lunghi rispetto a 70 anni fa.

Questi dati registrano una sorta di stress di base. Ma il nuovo report IPCC sul clima mette a fuoco soprattutto gli shock più devastanti, quegli estremi climatici alimentati dal climate change di origine antropica che hanno un impatto profondo sulle comunità umane come sugli ecosistemi naturali. Tra il 1970 e il 2019, ad esempio, gli eventi estremi legati alla siccità sono stati il 7% del totale, ma hanno causato ben il 34% delle morti registrate.

Quanto alle alluvioni, nello stesso periodo sono state responsabili di quasi 1/3 di tutte le perdite economiche dovute a disastri climatici. Il rapporto del Panel intergovernativo sul cambiamento climatico si sofferma anche sugli eventi estremi più recenti, come l’alluvione in Europa centrale (soprattutto Germania) e in Cina (Hubei) del 2021, le più recenti piogge torrenziali in Brasile, gli allagamenti di inizio 2021 in Australia e quelli che hanno colpito in autunno la costa pacifica nord-ovest degli Stati Uniti. Cos’hanno in comune? Per gli scienziati, c’è il massimo grado di probabilità che siano stati resi più probabili dal climate change di origine antropica.

Gli impatti dell’acqua nel report IPCC sul clima

I mutamenti nel ciclo dell’acqua impattano soprattutto su agricoltura e energia. Tra 1983 e 2009 quasi ¾ dell’area coltivata a livello globale ha subito delle perdite dovute alla siccità. Ma la mancanza d’acqua si fa sentire anche sulla generazione di energia elettrica. “C’è un livello medio di fiducia che l’attuale produzione globale termoelettrica e idroelettrica sia stata influenzata negativamente dalla siccità con una riduzione dal 4 al 5% dei tassi di utilizzo degli impianti durante gli anni di siccità rispetto ai valori medi a lungo termine dagli anni ’80”, si legge nel nuovo report IPCC sul clima.

Il futuro riserva peggioramenti in tutto il mondo, ma con notevoli disparità regionali. Purtroppo, ancora difficili da prevedere con un buon grado di certezza. La scarsità idrica dovrebbe colpire 3 miliardi di persone con una temperatura globale di 2°C e 4 mld se arriviamo a 4 gradi. Entro il 2100, 1/3 dei ghiacciai rilascerà il 10% di acqua in meno, soprattutto in Asia Centrale e nelle Ande, togliendo disponibilità di acqua a 1,5 miliardi di persone.

A livello globale, il rischio alluvione raddoppia se arriviamo a 3 gradi di temperatura globale, rispetto a 1,5°C. Ma già quando arriveremo alla soglia più bassa dell’accordo di Parigi, le siccità agricole estreme saranno raddoppiate rispetto a oggi nel Mediterraneo, in America Latina, in Cina occidentale e alle alte latitudini di Nord America e della massa euroasiatica. Se arriviamo a 2°C, le siccità diventeranno dal 150 al 200% più probabili. Nelle parti mediterranee dell’Europa, sono previste riduzioni del potenziale idroelettrico fino al 40% con un riscaldamento di 3°C, mentre diminuzioni del 10% e del 5% sono previste a livelli di riscaldamento di 2°C e 1,5°C, rispettivamente”, conclude il report IPCC sul clima.

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