L’intrusione di acqua salata inquina le falde acquifere
L’intrusione di acqua salata nelle falde acquifere è un problema destinato ad aggravarsi con il cambiamento climatico. Con il riscaldamento del Pianeta e del mare il livello delle acque si è alzato di 3,6 mm all’anno tra il 2000 e il 2015, mentre nel secolo scorso era in media di 1,4 mm. L’intrusione di acqua salata nelle falde acquifere rende l’acqua sotterranea non idonea all’uso agricolo e compromette la vita degli ecosistemi.
Le cause
L’intrusione di acqua salata ha cause naturali e antropiche.
Le cause naturali dipendono dall’innalzamento del livello del mare, dalle mareggiate e dalla siccità (se c’è meno acqua nel sottosuolo l’acqua salata si muove più facilmente verso l’interno).
Le cause antropiche sono l’eccessivo prelievo di acqua dalle falde per uso agricolo o urbano; la realizzazione di canali che facilitano l’ingresso di acqua salata nell’entroterra; l’urbanizzazione costiera che rende il terreno impermeabile. In questo modo si limita la penetrazione di acqua dolce – che contrasta la risalita dell’acqua salata – nel sottosuolo.
Le falde acquifere corrono più rischi nelle regioni costiere basse
Le regioni costiere basse, dove vive circa un miliardo di persone, sono quelle che corrono i rischi maggiori perché più soggette a inondazioni a causa di eventi estremi, quindi senza innalzamento del livello del mare.
Le inondazioni sono destinate a peggiorare ed è necessario trovare delle soluzioni per le persone abitano nelle regioni costiere: non è necessario proteggere solo le case, ma bisogna fare in modo che le falde acquifere non vengano inquinate dall’intrusione di acqua salata.
Le dighe sono considerate una protezione efficace dalle inondazioni, ma hanno un prezzo molto elevato. Le barriere sotterranee dovrebbero proteggere le falde acquifere dall’intrusione di acqua salata dovuta all’innalzamento del livello del mare.
Tuttavia, con l’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici, potrebbe essere necessario modificare queste strutture affinché rimangano efficaci anche in condizioni mutate.
A complicare ulteriormente le valutazioni, è uscito uno studio che sembra smentire le certezze che ci hanno accompagnato finora.
Pianificare nuovi sistemi contro l’intrusione di acqua salata
Stando all’articolo Shoreline barriers may amplify coast groundwater hazards with sea-level rise pubblicato in “Scientific Reports – Nature”, gli studiosi ritengono che le dighe e altre barriere costiere poste sotto la superficie potrebbero causare maggiori inondazioni delle falde acquifere e ridurre la protezione contro l’intrusione di acqua salata. In pratica avrebbero un effetto contrario a quello desiderato.
Le barriere potrebbero agire da dighe sotterranee e spostare le falde acquifere verso la superficie del terreno, infiltrandosi nei sistemi fognari riducendone la capacità e aumentando il rischio di corrosione. Inoltre, l’acqua salata potrebbe infiltrarsi nelle condotte idriche, contaminando di fatto l’acqua potabile e mettendone in pericolo la fornitura.
Pertanto, gli studiosi sono arrivati alla conclusione che è necessaria una pianificazione attenta quando si costruiscono le barriere, specie nelle zone densamente popolate. Altrimenti si rischia di aggravare i problemi che si vogliono risolvere.
Il consiglio dei ricercatori è di prevedere piani aggiuntivi, come l’uso di pompe o altri sistemi di drenaggio, per gestire l’acqua in eccesso che si accumulerebbe nell’entroterra.